L’Agenda 2030 e il contesto internazionale

 

Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è il documento adottato dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite in occasione del  Vertice sullo Sviluppo Sostenibile del 2015, che include 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs - Sustainable Development Goals) e 169 target da realizzare entro il 2030.

L’Agenda 2030 è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, che persegue il rafforzamento della pace universale e riconosce che sradicare la povertà, in tutte le sue forme e dimensioni, è la più grande sfida globale e un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 è basata su uno spirito di rafforzata solidarietà globale per portare il mondo sul percorso della sostenibilità e della resilienza, in un viaggio collettivo in cui nessuno viene lasciato indietro. I principi guida dell’Agenda 2030 sono integrazione, universalità, trasformazione e inclusione: i 17 SDG che propone sono obiettivi e traguardi universali che riguardano il mondo intero, paesi sviluppati e in via di sviluppo, sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni della sostenibilità, ambientale, economica e sociale. In questo programma ambizioso le giovani generazioni sono considerate agenti critici del cambiamento e possono trovare negli Obiettivi di sviluppo sostenibile una via per incanalare le loro infinite potenzialità verso la creazione di un mondo migliore.

L’Agenda 2030 individua nel Foro politico di Alto Livello - High Level Political Forum il consesso globale per monitorare, valutare e orientare l’attuazione degli Obiettivi. Per supportare tale attività e garantire la comparabilità delle valutazioni, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha costituito l’Inter Agency Expert Group on SDGs (IAEG-SDGs), con il compito di definire un insieme di indicatori per il monitoraggio dell’attuazione dell’Agenda 2030 a livello globale.

L’Agenda 2030 deriva da un percorso lungo e articolato che parte dal primo evento convocato dalle Nazioni Unite sul tema crisi ambientale, ossia la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972. Su quella scia e a seguito dei risultati della Conferenza, nel 1987, veniva pubblicato “Our common future”, il rapporto finale della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, istituita in ambito ONU nel 1983 e presieduta da Gro Harlem Brundtland. Il rapporto è ancora considerato un caposaldo della riflessione sulle questioni ambientali e sulla loro connessione con gli squilibri socioeconomici a livello globale. Nel Rapporto Brundtland è contenuta la definizione di sviluppo sostenibile diventata di uso comune: “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. A esso hanno fatto riferimento tutti i documenti e le conferenze globali successive, fino all’adozione, nel settembre 2015, dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, quale frutto di un lungo negoziato politico che, sulla spinta della Conferenza Rio+20 del 20-22 giugno  2012 e a partire dalla necessità di riformulare e rafforzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals - MDGs), ha portato alla definizione di un nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile ispirato al principio dell’integrazione e del bilanciamento delle sue tre dimensioni.

Parallelamente, l’Accordo di Parigi, sottoscritto nel dicembre 2015 durante la XXI Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC), stabiliva l’impegno comune di contenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, facendo il possibile affinché si mantenga entro 1,5°C. Sempre nel luglio 2015, attraverso l’adozione dell’Agenda di Addis Abeba, veniva inoltre ridefinito il quadro globale per il finanziamento delle politiche di sostenibilità. Il documento, considerato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, “una pietra miliare”, contiene più di 100 misure concrete volte a generare investimenti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali che la comunità internazionale deve affrontare. Inoltre, il Quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015 – 2030 rinnovava l’azione globale in tema di conoscenza, prevenzione e gestione del rischio di disastri di origine naturale e antropica. Nel 2016 poi veniva approvata dalle Nazioni Unite, nell’ambito della Conferenza sull'edilizia abitativa e lo sviluppo urbano sostenibile - Habitat III, la Nuova Agenda Urbana, che rappresenta una visione condivisa su come affrontare le problematiche legate allo sviluppo urbano per un futuro migliore e più sostenibile, proponendo azioni per ripensare la pianificazione e gestione delle città, delineando le strategie globali di urbanizzazione per i successivi vent’anni.

A livello europeo, a seguito dell’adozione dell’Agenda 2030, il Consiglio dell’UE ha approvato nel 2017 nella formazione Sviluppo, le Conclusioni dal titolo European Consensus on Development”.

Per quanto riguarda le altre dimensioni, il Consiglio ha confermato l’operatività del Gruppo di coordinamento Agenda 2030, formato dai rappresentanti nazionali delegati al Gruppo Ambiente Globale e del CODEV, e che rappresenta ad oggi la struttura di dialogo tra gli Stati Membri e la Commissione in materia di attuazione dell’Agenda 2030 a livello europeo.

Il Consiglio, sulla base del lavoro del Gruppo Agenda 2030, emana periodicamente   Conclusioni in materia di attuazione interna dell’Agenda 2030, affidate alla formazione Consiglio Affari Generali. Il testo delle prime Conclusioni “La risposta dell’UE all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – il futuro sostenibile dell’Europa adottato a giugno 2017, dava mandato alla Commissione di elaborare una strategia di attuazione capace di delineare una visione post-2020 e prevedeva la creazione di un sistema di indicatori, utili al monitoraggio dei risultati. La partecipazione della società civile e del settore privato alla predisposizione interna di politiche e meccanismi di attuazione dell’Agenda 2030 era stata affidata a una Piattaforma Multistakeholder istituita presso la Commissione Europea nel 2017 

con un piano di lavoro biennale. La Piattaforma, a conclusione del suo mandato, ha adottato un contributo congiunto che è stato inserito nel documento di riflessione (Reflection Paper) della Commissione "Verso un'Europa sostenibile entro il 2030", pubblicato a gennaio 2019.

Nell’aprile 2019, con l’adozione delle Conclusioni, Verso un’Unione sempre più sostenibile entro il 2030 da parte del Consiglio Affari Generali, si demandava alla Commissione Europea la presentazione di ulteriori proposte concrete per definire un quadro strategico di riferimento onnicomprensivo per attuare l’Agenda 2030 a livello europeo. Nelle Conclusioni del 2021, “A comprehensive approach to accelerate the implementation of the UN 2030 Agenda for sustainable development – Building back better from the COVID-19 crisis”, il Consiglio ribadisce il forte impegno dell’UE verso l’Agenda 2030, intesa come guida sia nella dimensione interna che in quella esterna, per ricostruire meglio e in modo più sostenibile dopo l’impatto della pandemia COVID-19, riconosciuta come causa di un rallentamento nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In queste conclusioni inoltre il Consiglio invita la Commissione Europea ad agire in coerenza con lo European Green Deal, lo strumento che la Commissione europea considera essere la principale risposta alle sfide dell’Agenda 2030. L’invito a mettere in campo azioni significative per rivitalizzare gli sforzi verso l’Agenda 2030 è ribadita anche nelle Conclusioni del maggio 2023, ‘The EU at the half-time of the implementation of the 2030 Agenda: Steering transformative change and expediting progress at all levels’, preparatorie del Vertice delle Nazioni Unite 2023 dedicato agli SDGs.

Sotto la guida della Presidente Von Der Leyen, la Commissione ha presentato l’approccio dedicato all'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile all’interno del proprio sistema amministrativo e di competenze. In materia di programmazione economica,  in particolare, a partire dal 2019, la Commissione promuove un  Semestre Europeo rinnovato che prevede il monitoraggio degli SDG a livello europeo a partire dalla Comunicazione “Annual Sustainable Growth Survey”, che a partire dal 2019 viene pubblicata con cadenza annuale. Le “Raccomandazioni paese” che annualmente la Commissione Europea produce per ciascun Stato Membro evidenziano il contributo delle riforme nazionali nell’ambito della programmazione economica per progredire verso gli SDG. In materia di integrazione delle politiche, la Commissione europea, in particolare il Segretariato Generale, sta 

lavorando nell’ambito del rafforzato “Better Regulation Toolbox”. Esso disciplina il procedimento di valutazione degli impatti delle proposte regolamentari (regulatory impact assessment), inserendo l’obbligo di dare considerazione agli SDGs. Ancora più recentemente, il tema della capacitazione delle pubbliche amministrazioni di fronte alle sfide complesse della sostenibilità è stato affrontato dalla Comunicazione della Commissione “Enhancing the European Administrative Space” (ComPAct).

Nel corso del HLPF 2023 l’Unione Europea ha presentato la sua prima “Voluntary Review”, illustrando lo stato complessivo di attuazione dell’Agenda 2030 da parte della Commissione, degli Stati Membri e delle altre istituzioni europee.

 


Pagine di approfondimento


La SNSVS – Cos’è la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
 

La governance della SNSvS
 

L’Agenda 2030 e il contesto internazionale
 

L’Italia alle Nazioni Unite per l’Agenda 2030

HLPF e VNR - Le Revisioni Volontarie Nazionali al Foro Politico di Alto Livello dell’ONU

La partecipazione Italiana al Foro per lo Sviluppo Sostenibile per la Regione UNECE
 

Com’è fatta la SNSvS: struttura e obiettivi

Le 5 P

I Vettori di sostenibilità
 

Il “Sistema SNSvS” - Attori, meccanismi e strumenti
 

Monitoraggio e valutazione della SNSvS

Il sistema di monitoraggio integrato
 
Le Relazioni annuali sullo stato di attuazione

 

       

 

 

 

 

 

 


Ultimo aggiornamento 19.03.2024