Lo schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti, denominato “Made Green in Italy” è istituito dall’art. 21, comma 1 della legge n. 221/2015. Lo schema è gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e si basa sul metodo PEF - Product Environmental Footprint, come definito dalla Commissione europea nella raccomandazione 2013/179/UE (sostituita dalla raccomandazione 2021/2279/UE del 16 dicembre 2021). Con il decreto ministeriale n. 56/2018 è entrato in vigore il regolamento di attuazione del “Made Green in Italy”, che ne stabilisce le modalità di funzionamento.

 

  Obiettivi e potenzialità dello Schema
   

Il “Made Green in Italy” ha l’obiettivo di valorizzare sul mercato i prodotti italiani con buone/ottime prestazioni ambientali (garantite da un sistema robusto scientificamente) e punta con il suo logo a rendere riconoscibili i prodotti per i consumatori, così da incoraggiare scelte più consapevoli. La quantificazione delle prestazioni ambientali di un prodotto, infatti, basata su uno studio PEF completo, verificato e validato da un ente terzo indipendente, prevede tre classi di prestazione: A (valore superiore al benchmark); B (valore prossimo al benchmark); C (valore inferiore al benchmark). Ottengono l’uso del logo solo i prodotti in classe A e quelli in classe B (a fronte di un impegno dell’azienda a migliorare le proprie prestazioni).

La rilevante potenzialità dello schema in termini di supporto alle capacità competitive in chiave “green” delle imprese italiane risiede nel fatto che lo Schema MGI rappresenta una assoluta novità nello scenario della certificazione ambientale a disposizione delle strategie di marketing aziendale, in quanto:

  • È l’unica certificazione in grado di coniugare la dimensione delle performance ambientali dei prodotti, in tutta la loro catena del valore, con la dimensione del “made in Italy”, legata alle eccellenze del sistema produttivo nazionale.
  • È la prima ed unica certificazione di matrice istituzionale e di natura pubblica basata sulla metodologia europea PEF, sopra menzionata, attuata da un governo nazionale che ha scelto di recepire pienamente le regole di calcolo europee, su cui ha però innestato ulteriori e più ambiziosi requisiti nazionali di qualità ambientale, in grado di distinguere la produzione italiana.
  • È l’unica certificazione a mixare e integrare requisiti che richiedono alle imprese aderenti allo schema di comunicare l’impronta ambientale dei prodotti ai propri clienti e consumatori (tipici dei Label di tipo 3, normati dalla ISO 14025), con requisiti che consentono l’accesso allo schema ai soli prodotti eccellenti, in grado di superare soglie di performance e, in particolare, di essere migliori del prodotto rappresentativo medio della propria categoria (tipici dei Label di tipo 1, normati dalla ISO 14024).
  • Si aprono quindi notevoli opportunità per i produttori nazionali che intendono avvalersi di questo nuovo strumento, a cavallo tra la politica ambientale e il marketing aziendale.

 

  Chi può partecipare?
   

Il MGI è applicabile a tutti i prodotti (beni e servizi) che secondo le leggi esistenti (EU regulation 952/2013) hanno origine in Italia. Questo significa che un prodotto che non è 100% made in Italy e coinvolge altri paesi nella sua lavorazione può comunque aderire allo schema, se l’ultima sostanziale trasformazione, economicamente giustificata, avviene in Italia.

 

  Come funziona?
   

Il primo passo per rendere lo schema effettivamente applicabile ai prodotti nel mercato è l’esistenza di Regole di categoria di prodotto (RCP), ovvero di documenti contenenti indicazioni metodologiche che definiscono regole e requisiti obbligatori e facoltativi necessari alla conduzione di studi relativi all'impronta ambientale per una specifica categoria di prodotto.

STEP I Proposta e approvazione RCP: a proporre le RCP possono essere soggetti (privati o pubblici) costituiti da almeno tre aziende - di cui almeno una piccola e media impresa secondo la definizione fornita dal decreto del Ministro delle attività produttive del 18 aprile 2005 - che rappresentano la quota maggioritaria del settore della specifica categoria di prodotto per la quale si intende proporre l'elaborazione di RCP. Per quota maggioritaria si intende oltre il 50% del fatturato riferito all'anno solare precedente alla proposta di RCP.

Lo schema segue la metodologia PEF, pertanto, se esiste una PEFCR - Product Environmental Footprint Category Rules a livello europeo, deve essere recepita ed integrata nella RCP in via di elaborazione con i requisiti addizionali obbligatori e facoltativi; in caso contrario, viene elaborata una nuova RCP, a livello nazionale.

STEP II Richiesta di adesione: una volta completato l’iter e l’approvazione di una RCP per un determinato settore, le aziende produttrici possono aderire allo Schema, completare uno studio PEF e, a fronte della documentazione richiesta, possono ottenere il logo “Made Green in Italy” per il proprio prodotto.

 

ll regolamento per l’attuazione dello schema "Made Green in Italy" e l’adesione allo schema   Manuale per l’utilizzo del logo "Made Green in Italy"   Chi ottiene il logo "Made Green in Italy"   L’impronta ambientale e la metodologia PEF nello schema "Made Green in Italy"
             
Bandi di finanziamento   Regole di categoria di prodotto   Consultazioni pubbliche   Prodotti "Made Green in Italy"

 

  Contatti

 E-mail: mgi@mase.gov.it per informazioni
 PEC: mgi@pec.minambiente.it per inviare la documentazione di partecipazione

 

 

 


Ultimo aggiornamento 04.05.2023