Newsletter n.14/2022 - La Situazione energetica Nazionale nel 2021

Roma, 21 settembre 2022 - Il 21 luglio 2022 è stata pubblicata sul sito del MiTE la Relazione annuale sulla situazione energetica nazionale riferita all’anno 2021.

Il documento è stato redatto da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione generale infrastrutture e sicurezza (DGIS), formato da rappresentanze istituzionali e settoriali con esperienza riguardo ai temi trattati.

Oltre alla parte generale, che analizza i principali eventi che nel corso dello scorso anno hanno caratterizzato il settore energetico, la Relazione presenta alcune monografie dedicate ai seguenti argomenti: “Le scorte petrolifere di sicurezza”; “Semplificare per accelerare la transizione energetica: il ruolo delle autorizzazioni negli investimenti in rinnovabili”; “Evoluzione del mercato e delle infrastrutture del gas naturale in Italia”; “L’offerta di energia: disponibilità energetica per fonte e dipendenza energetica dalle importazioni”; “Le imprese energivore a forte consumo elettrico' in Italia” e “L’offerta di energia: disponibilità energetica per fonte e dipendenza energetica dalle importazioni”.

Dalla Relazione emerge che, nel 2021, il settore energetico italiano ha registrato una reazione positiva allo shock pandemico dell’anno precedente: la domanda primaria di energia è stata pari a 153.024 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep), con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente, dato di poco inferiore a quello del PIL (+6,6%). Nella figura a destra sono rappresentati i valori riferiti al periodo 2010-2021 [Fonte: MiTE – Bilancio Energetico Nazionale].

Nel 2021 l’intensità energetica (che nella Relazione è calcolata come rapporto tra la “Disponibilità energetica lorda”, così come definita nel format Eurostat del Bilancio Energetico Nazionale, e il Prodotto Interno Lordo) ha registrato un lieve calo rispetto al 2020 (-0,4%).

La dipendenza energetica dall’estero, calcolata come percentuale del fabbisogno energetico nazionale soddisfatto con le importazioni nette, è ulteriormente aumentata, dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021. La produzione nazionale di fonti energetiche, pari a 36.402 ktep, è diminuita del 3,4% rispetto all’anno precedente.

L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40,9% dal gas naturale, per il 32,9% dal petrolio, per il 19,5% dalle fonti energetiche rinnovabili e bioliquidi, per il 3,6% dai combustibili solidi, per il 2,4% dall’ energia elettrica e per lo 0,8 % dai rifiuti non rinnovabili.

Gli impieghi finali di energia sono aumentati dell’11,4%; in particolare i trasporti segnano un aumento del 22,1%, l’industria del 6,7% e altri settori del 7,4%.

La richiesta di energia elettrica è cresciuta del 5,5% rispetto all’anno precedente, ma in misura leggermente inferiore ai livelli pre-pandemia. Il maggior apporto alla produzione di energia elettrica è rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile (il 59,7% del totale dell’energia prodotta), con il 6,1% da impianti alimentati con combustibili solidi, il 3,8% con prodotti petroliferi ed altri combustibili e il 49,9% da impianti alimentati con gas naturale.

La produzione di energia da fonti rinnovabili (FER), che in Italia sono diffuse sia per la produzione di energia elettrica che per la produzione di calore e di biocarburanti, ha fatto registrare, nel settore elettrico, un significativo calo della fonte idroelettrica (-5,9% rispetto al 2020, principalmente a causa della diminuzione delle precipitazioni), che ha comunque contribuito alla produzione totale per il 15,7%. Sostenuta crescita, invece, per la fonte eolica (+10,8%); questa e la fonte fotovoltaica hanno raggiunto insieme la copertura del 16,1% della produzione lorda; il restante 8,5% è stato ottenuto da geotermico e bioenergie. Nel complesso tuttavia, come effetto della diminuzione dell’energia idroelettrica, l’incidenza della quota FER sul Consumo Interno Lordo di energia elettrica (CIL) è scesa dal 37,6% al 35,0%.

Nel settore termico, invece, i consumi di energia da FER sono aumentati del 5% circa rispetto al 2020, principalmente per il maggiore impiego di biomasse solide (legna da ardere, pellet: il 2021 è stato un anno mediamente più freddo del precedente). Nel settore dei trasporti, infine, è stato registrato un incremento dell’immissione in consumo di biocarburanti rispetto all’anno precedente pari a 15%.

Il sistema italiano di incentivazione delle energie rinnovabili, in particolare nel settore elettrico, ha giocato un ruolo determinante nell’ultimo decennio per la diffusione degli impianti sul territorio e per il raggiungimento di alti livelli di penetrazione delle rinnovabili nel settore elettrico.

A fine 2021 il totale degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili incentivati ha raggiunto il milione di unità, per una potenza di circa 38 GW e un’energia rinnovabile incentivata di 65 TWh. Nella figura a destra: evoluzione del numero -migliaia- gli impianti incentivati per meccanismo di incentivazione e ripartizione per fonte del dato 2021 [Fonte: GSE].

Le ricadute occupazionali legate alla costruzione e installazione degli impianti da FER si sono attestate intorno alle 14.000 Unità di Lavoro (ULA) per le FER elettriche e alle 29.300 ULA per le FER termiche. L’occupazione legata alla gestione e manutenzione degli impianti esistenti è dell’ordine delle 34.000 ULA per il settore elettrico e delle 28.000 ULA per il settore termico.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, i risparmi energetici conseguiti nel precedente ciclo di obiettivi 2014-2020 sono stati pari a un risparmio cumulato di 23.241 ktep, pari al 91% dell’obbligo stabilito dall’art. 7 della Direttiva Efficienza Energetica. Nel corso del 2021 il quadro delle politiche Comunitarie è cambiato rapidamente, stabilendo ambiziose tabelle di marcia verso l’appuntamento intermedio del 2030, in vista della neutralità climatica del 2050.

Nel contesto di decarbonizzazione dell’energia si assiste ad una crescita della quantità di biometano, facilitata dalla disponibilità di una rete gas ben sviluppata. La produzione nazionale di biometano è aumentata di circa il 60% rispetto all’anno precedente. E’ altresì aumentato, del 40%, l’utilizzo del GNL come carburante nei trasporti pesanti.

Nel settore dei trasporti, i prodotti petroliferi hanno ricoperto ancora un ruolo predominante, costituendo circa il 90% dei consumi complessivi per trasporto, in particolare il diesel (60%).

Le famiglie italiane hanno consumato 49.479 ktep di energia (il 5,8% in più rispetto al 2020) spendendo 75,9 miliardi di euro (+17,4%). Il 65,9% di tale energia è per usi domestici e il restante 34,1% per trasporto privato. In termini monetari, il 57,6% della spesa energetica complessiva delle famiglie è per uso domestico e la rimanente parte per il trasporto.

La spesa energetica della famiglia tipo ammonta a 3.308 €/anno (con un aumento di 462 € rispetto al 2020) ed è riconducibile per il 46% all’acquisto di carburanti (incremento spesa di 164 €), per il 34% alla bolletta per il gas (in incremento di 151 €) e per il 19% alla bolletta elettrica (incremento di 148 €). Nello stesso anno la famiglia tipo ha contribuito con 107 €, ovvero con il 3% della propria spesa energetica complessiva, a finanziare gli incentivi per la promozione della sostenibilità.

Sono state poco più di 2 milioni (dato 2020) le famiglie italiane a versare in condizione di povertà energetica, pari a circa all’8,0%. Il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi è aumentato in volume del 6,5%. Il settore energetico ha segnato una crescita meno marcata pari al 4,9%: il settore della “fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” ha registrato un incremento del 2,4%; mentre il settore della “fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio” ha registrato un aumento straordinario (+145,6%) facendo più che raddoppiare il livello del valore aggiunto (1,1 miliardi di euro). In termini assoluti, a prezzi correnti, i due settori hanno generato un valore aggiunto pari a circa 33,9 miliardi di euro con un contributo al PIL pari all’1,9%.

Anche nel 2021 le imprese produttrici di energia elettrica hanno beneficiato di incentivi connessi alla produzione di fonti rinnovabili e assimilate (conto energia, tariffa omnicomprensiva, ex certificati verdi ora GRIN, Cip 6), per un ammontare stimato pari a 5,8 miliardi di euro, su un valore complessivo di incentivi erogati pari a 9,8 miliardi di euro.

Il gettito delle imposte sull’energia in Italia è stato circa 42 miliardi di euro (il 5,5% del totale imposte e contributi sociali e il 2,4% del PIL), il 4,6% in più rispetto al 2020.

Il differenziale fra i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale italiani e quelli europei, nel 2021, è rimasto positivo. Si conferma un significativo premio pagato dalle imprese italiane per l’energia elettrica e per il gas rispetto alla media Ue.

I prezzi dei carburanti, nel 2021, sono risultati significativamente in aumento rispetto all’anno precedente. I prezzi medi industriali di benzina e gasolio sono cresciuti rispettivamente del 35,5% e del 29,8%, mentre il GPL ha registrato un incremento del 21,2%.

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Ultimo aggiornamento 21.09.2022