Quaderni Habitat n. 22 - Biocostruzioni marine. Elementi di architettura naturale

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale 

La capacità di alcuni organismi di costruire strutture permanenti (biocostruzioni) aumentando volume, complessità ed eterogeneità dell’habitat, caratterizzando così il paesaggio subacqueo, è un fenomeno di notevole importanza scientifica e pratica: le biocostruzioni coinvolgono, infatti, molteplici aspetti, da quelli biologici ed ecologici a quelli ambientali e climatici.

Sono due le strategie fondamentali sulle quali si basa una biocostruzione: il gregarismo e la colonialità. Tra le biocostruzioni il coralligeno è senza dubbio tra le più interessanti e complesse: non è una vera e propria comunità ma un insieme di comunità, risultato dell’equilibrio dinamico tra gli organismi costruttori, fra i quali fondamentali sono le alghe calcaree, e quelli distruttori. 

Il coralligeno, oltre che nel suo aspetto primario con dominanza di alghe calcaree, può presentare facies con dominanza animale: grandi briozoi ramificati, madreporari coloniali, gorgonacei. In questo volume, oltre al coralligeno, vengono trattati le piattaforme a corallinacee e vermetidi, i banchi a Cladocora caespitosa e a policheti(Sabellaria e Ficopomatus), le facies a corallo rosso e briozoi, le associazioni a rodoliti, le biocenosi dei coralli profondi. 

Molteplici sono le tipologie delle biocostruzioni presenti nei mari italiani, tutte soggette ad una forte pressione soprattutto antropica, basti pensare alla raccolta indiscriminata del pregiato corallo rosso o ad alcune metodologie di pesca. Sono habitat che caratterizzano il paesaggio marino e necessitano di grande attenzione e tutela, per evitare la scomparsa di preziosi hot spot di biodiversità. 

(Acrobat/PDF compresso, 5.30 MB)

 

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Ultimo aggiornamento 30.01.2023