Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.
La Moretta tabaccata è una specie poco studiata, le cui popolazioni europee hanno fatto registrare decrementi significativi negli ultimi 50 anni. Per tale ragione è classificata come “Near Threatened” nella Lista Rossa degli Animali Minacciati dell’IUCN ed è inserita nelle liste di specie di interesse conservazionistico delle Convenzioni di Bonn e di Berna e della Direttiva Uccelli. In Italia negli ultimi anni si sta assistendo ad un inversione di tendenza della dinamica di popolazione. Infatti, la stima delle coppie nidificanti per gli anni 2002 e 2003 è di 60-100 contro quella degli anni ’80 di 25-50, e l’attuale contingente svernante, 350 individui, è quadruplicato rispetto ai primi anni ’90.
Durante i transiti migratori (febbraio-aprile e agosto-novembre), in Sicilia si registrano concentrazioni di importanza internazionale (alcune centinaia). Dall’analisi dei dati storici e attuali sono state identificate 3 aree chiave: Pianura Padana orientale; zone umide pedegarganiche; Sicilia orientale e meridionale. Al loro interno vengono riconosciuti 8 siti chiave. Attraverso visite in loco e contributi di numerosi referenti locali, sono stati identificati 17 fattori che minacciano o limitano la presenza della specie e 50 azioni che costituiscono il Piano d’azione. I fattori limitanti principali sono due: gli abbattimenti accidentali e il bracconaggio.
Di notevole rilevanza anche i fattori che causano degrado degli habitat. Tra le azioni, sono di importanza essenziale l’incremento della sorveglianza nelle aree chiave, il divieto di caccia alla Moretta Aythya fuligula, il divieto di pre-apertura della caccia agli anatidi nelle aree chiave e la regolamentazione dell’attività venatoria nei piccoli bacini satellite dei siti chiave, tutte azioni finalizzate a limitare gli abbattimenti accidentali e il bracconaggio. Sono anche importanti alcune azioni finalizzate a: migliorare le condizioni degli habitat dei siti chiave; incrementare la disponibilità di habitat nelle aree chiave; incrementare le conoscenze sulla biologia della specie, sensibilizzare l’opinione pubblica, monitorare l’applicazione e i risultati del presente Piano d’azione.