Percorso di aggiornamento del Programma Nazionale di Monitoraggio della Strategia Marina
L’aggiornamento periodico dei programmi di monitoraggio e delle strategie di tutela per l’ambiente marino, così come previsto dall’art. 7 del D.Lgs. 190/2010, avvalendosi delle migliori conoscenze tecnico-scientifiche disponibili con l’adozione di metodi integrati e standardizzati su scala nazionale e Mediterranea, rappresenta un’azione vincente nelle sfide ambientali che ci attendono nel prossimo futuro.
Secondo il principio di gestione adattativa che caratterizza l’organizzazione in cicli consecutivi della Strategia Marina, il percorso di revisione e aggiornamento del Programma Nazionale di Monitoraggio, adottato dall’Italia con D.M. dell’11 febbraio 2015 e previsto dall’art. 11 del D.Lgs. 190/2010, per il secondo ciclo di attuazione della Strategia Marina, si è svolto nel corso del biennio 2019 – 2020 alla luce delle esperienze acquisite durante il primo ciclo e facendo propri i principi, i criteri e le norme metodologiche stabilite dalla nuova Decisione della Commissione UE per la definizione del buono stato ambientale (GES) delle acque marine (Decisione 2017/848 del 17 maggio 2017).
Sulla base di questi due elementi di basilare importanza, la Direzione Generale per il Mare e le Coste del Ministero ha revisionato ed aggiornato il Programma Nazionale di Monitoraggio allineandolo con i fabbisogni emersi dall’aggiornamento della valutazione ex art. 8 e delle definizioni dei GES e dei Target (artt. 9 e 10 – D.M. 15 febbraio 2019, tenendo conto dell’esigenza di valutare l’efficacia del Programma Nazionale di Misure ed in coerenza e sinergia con l’applicazione delle altri strumenti normativi comunitari che incidono sull’ambiente marino come, ad esempio, la Politica Comune sulla Pesca, la Direttiva Quadro sulle Acque e le Direttive Habitat ed Uccelli. L’aggiornamento, infine, ha tenuto anche conto dell’esigenza di soddisfare i requisiti del programma IMAP (Integrated Monitoring and Assessment Programme of the Mediterranean Sea and Coast and Related Assessment Criteria), adottato nell’ambito della Convenzione di Barcellona.
L’attività di revisione è stata condotta con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), anche attraverso il coinvolgimento delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) delle Regioni costiere.
La modifica più consistente rispetto al Programma di Monitoraggio del primo ciclo attuativo riguarda la struttura dei Programmi di monitoraggio. Il Programma adottato nel 2015 era, infatti, articolato in sette programmi a loro volta suddivisi in sottoprogrammi, mentre la struttura del Programma definito attraverso l’aggiornamento prevede una articolazione in 11 strategie, ciascuna dedicata ad uno specifico descrittore.
Successivamente all’approvazione da parte del Comitato Tecnico della Strategia Marina (ex artt. 4 e 5 del D.Lgs. 190/2010), della proposta di aggiornamento, il Programma di Monitoraggio è stato sottoposto alla Consultazione Pubblica nel periodo 15 giugno - 14 luglio 2020, in attuazione dell’art. 16 del D.lgs. 190/2010 . Gli esiti di tale consultazione hanno indicato che i Piani di Monitoraggio proposti affrontano le principali e più importanti esigenze conoscitive e forniscono risposte agli obiettivi del nostro Paese relativamente al secondo ciclo di attuazione della Strategia Marina. La proposta è stata quindi formalmente licenziata dal CT e, sentita la Conferenza Unificata, è stata adottata mediante D.M. del 2 febbraio 2021 «aggiornamento dei programmi di monitoraggio coordinati per la valutazione continua dello stato ambientale delle acque marine», pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio 2021. L’allegato I del Decreto riporta una sintesi di quanto approvato dal Comitato Tecnico successivamente alla Consultazione Pubblica, descrivendo ciascuna strategia di monitoraggio, le finalità dei singoli programmi ad essa riferiti e i principali elementi che saranno investigati.
Nel pieno rispetto delle tempistiche previste dal D.Lgs. 190/2010 e su istruzione del Ministero, l’ISPRA ha inoltre provveduto a comunicare alla Commissione Europea l’aggiornamento del Programma di Monitoraggio, utilizzando lo schema di reporting appositamente definito in ambito unionale per la revisione del Programma di Monitoraggio.
Il Programma di Monitoraggio della Strategia Marina 2021 - 2026
Il Programma di Monitoraggio per il secondo ciclo di implementazione della Strategia Marina, adottato attraverso il D.M. del 2 febbraio 2021, sarà attuato dai soggetti individuati dal Ministero della Transizione Ecologica (ora Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - MASE) nel sessennio 2021 – 2026.
Le 11 strategie che compongono il Programma di Monitoraggio definiscono l'approccio globale al monitoraggio per il Descrittore qualitativo cui fanno riferimento e sono mirate a raccogliere le informazioni per valutare stato, pressioni, impatti, raggiungimento dei traguardi ambientali e implementazione delle misure. Ogni strategia è a sua volta composta da diversi programmi, al fine di poter appropriatamente valutare e popolare tutti i criteri individuati dalla citata Decisione. Per ciascun programma, declinato per le tre sottoregioni marine previste dalla Direttiva (Mar Mediterraneo Occidentale, Mar Ionio e Mediterraneo Centrale e Mar Adriatico), sono stati definiti, infine, sia eventuali collegamenti con attività di monitoraggio messe in pratica di altre normativi, accordi e convenzioni internazionali, sia elementi di dettaglio per lo svolgimento dei campionamenti e delle analisi dei dati (obiettivo del monitoraggio, ambito di applicazione, metodologie di monitoraggio, parametri da monitorare, copertura spaziale e temporale del monitoraggio, ecc.).
Le strategie ed i programmi, riassunti della tabella sintetica, sono riportati nella loro versione integrale, così come approvati dal Comitato Tecnico della Strategia Marina a seguito della Consultazione Pubblica, nei seguenti documenti, recanti tutte le informazioni restituite alla Commissione Europea mediante reportistica:
Descrittore 1: La biodiversità è mantenuta. La qualità e la presenza di habitat nonché la distribuzione e l’abbondanza delle specie sono in linea con le prevalenti condizioni fisiografiche, geografiche e climatiche
Descrittore 2: Le specie non indigene introdotte dalle attività umane restano a livelli che non alterano negativamente gli ecosistemi
Descrittore 3: Le popolazioni di tutti i pesci e molluschi sfruttati a fini commerciali restano entro limiti biologicamente sicuri, presentando una ripartizione della popolazione per età e dimensioni indicativa della buona salute dello stock
Descrittore 4: Tutti gli elementi della rete trofica marina, nella misura in cui siano noti, sono presenti con normale abbondanza e diversità e con livelli in grado di assicurare l’abbondanza a lungo termine delle specie e la conservazione della loro piena capacità riproduttiva
Descrittore 5: È ridotta al minimo l’eutrofizzazione di origine umana, in particolare i suoi effetti negativi, come perdite di biodiversità, degrado dell’ecosistema, proliferazione dannosa di alghe e carenza di ossigeno nelle acque di fondo
Descrittore 6: L’integrità del fondo marino è ad un livello tale da garantire che le strutture e le funzioni degli ecosistemi siano salvaguardate e gli ecosistemi bentonici, in particolare, non abbiano subito danni
Descrittore 7: L'alterazione permanente delle condizioni idrografiche non si traduce in effetti negativi sugli ecosistemi marini
Descrittore 8: Le concentrazioni dei contaminanti presentano livelli che non danno origine a effetti inquinanti
Descrittore 9: I contaminanti presenti nei pesci e in altri prodotti della pesca in mare destinati al consumo umano non eccedono i livelli stabiliti dalla legislazione dell'Unione o da altre norme pertinenti
Descrittore 10: Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all’ambiente costiero e marino
Descrittore 11: L’introduzione di energia, comprese le fonti sonore sottomarine, è a livelli che non hanno effetti negativi sull’ambiente marino.
Per ulteriori informazioni circa i nuovi Programmi di Monitoraggio è possibile anche consultare gli atti degli eventi svolti nell’ambito della Linea di Intervento 2 – WP2 del Progetto CReIAMO PA.
Accordi Operativi per lo svolgimento delle attività di monitoraggio della Strategia Marina per il periodo 2021-2026
A gennaio 2021, in continuità con le attività svolte per il sessennio 2015 – 2020, la DG MAC ha sottoscritto un Accordo Operativo per l’attuazione del Programma di Monitoraggio per il secondo ciclo della Strategia Marina, valido per il triennio 2021 - 2023, con ISPRA e con le ARPA della Calabria, dell’Emilia-Romagna e della Liguria, capofila delle tre Sottoregioni marine Mar Ionio – Mar Mediterraneo centrale, Mar Adriatico e Mediterraneo occidentale per lo svolgimento di monitoraggi previsti dal Programma aggiornato.
Le tre ARPA Capofila, in particolare, avranno il compito di coordinare le attività svolte dalle singole ARPA all’interno della propria sottoregione, mentre ISPRA, oltre a svolgere i monitoraggi di propria competenza, assicura il coordinamento tecnico e scientifico del complessivo sistema delle attività.
L’Accordo prevede, oltre alle attività sul campo di raccolta dati effettuate dalle singole ARPA e da ISPRA, la loro elaborazione, la trasmissione, la validazione e il caricamento sul Sistema Informativo Centralizzato (SIC) della Strategia Marina, gestito da ISPRA per conto del Ministero, dove confluiranno i dati provenienti da tutte le attività di monitoraggio svolte nell’ambito dell’Accordo.
Le informazioni riguardanti i criteri per la scelta delle aree da sottoporre alle indagini, la strategia per i campionamenti (attività, criteri e procedure) e la frequenza con cui eseguirli, i metodi di analisi/indagine, le modalità di restituzione dei dati e delle informazioni, sono contenute in schede metodologiche appositamente redatte insieme ai relativi standard informativi per la restituzione dei dati.
Al fine di garantire un'adeguata standardizzazione delle conoscenze tecniche e operative, saranno inoltre realizzati corsi di formazione sulle procedure e le metodologie di indagine su specifiche tematiche, per attività nuove rispetto a quelle già condotte nel sessennio precedente.