La FAO, l'UNEP e il MASE hanno recentemente prodotto questo video animato, in tutte le sei lingue ufficali delle Nazioni Unite, per descrivere l'importanza del controllo delle temperature nella conservazione e del trasporto attraverso la filiera agroalimentare, evidenziando le soluzioni globali promosse dal Protocollo di Montreal, dalla Dichiarazione di Roma e dalle altre iniziative che muovono in questa direzione. Il video è stato anche presentato dalla FAO a margine del recente "UN Food Systems Summit + 2 Stocktaking Moment" (UNFSS+2) promossa dalla FAO e dal Governo Italiano a Roma il 24 - 26 luglio.
Il video si aggiunge ad altri lavori promossi dal MASE con la FAO e UNEP, come il primo report sullo stato della promozione della sostenibilità delle catene del freddo per gli alimenti (Delivering Sustainable Food Cold-Chains: opportunities, challenges and the way forward). Questo report, lanciato alla scorsa COP27 della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici lo scorso novembre 2022 a Sharm-el-Sheikh, costituisce la prima sintesi analitica a livello globale dello stato dell’arte della sostenibilità globale delle catene del freddo, mettendo a sistema informazioni e dati scientifici sul suo impatto a livello ambientale e sulla sua rilevanza per l’azione climatica.
Il Ministero dell'Ambiente, insieme alla FAO e al Segretariato Ozono dell'UNEP, promuove un costante impegno sulla lotta allo spreco alimentare e agli impatti in termini di miglioramento della sicurezza alimentare e del significativo impatto che ha anche in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici tramite la riduzione dei gas ad effetto serra. Questo impegno è ancora oggi più importante, anche alla luce dei recenti importanti risultati della "UN Food Systems Summit + 2 Stocktaking Moment" (UNFSS+2) svoltasi a Roma il 24 - 26 luglio
Questo impegno si concretizza da anni grazie alla collaborazione lanciata in occasione della 31° Riunione delle Parti del Protocollo di Montreal, organizzata dall'Italia a novembre del 2019, a Roma presso la sede della FAO, in cui è stata adottata e sottoscritta da quasi 90 Paesi la Dichiarazione di Roma "sul contributo del Protocollo di Montreal a una catena del freddo sostenibile per la lotta allo spreco alimentare".
Assicurare un equo ed efficiente sviluppo di catene del freddo sostenibili a livello globale rappresenta infatti un elemento essenziale per assicurare sicurezza alimentare compatibilmente con la necessità di diminuire le emissioni di gas serra, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). L'assenza o la carenza di adeguate catene del freddo condiziona la capacità di mantenere la qualità e la sicurezza degli alimenti e contribuisce allo spreco alimentare, con impatti negativi non solo sulla sussistenza e la qualità della vita delle popolazioni, ma anche sull'ambiente. Le stime quantificano difatti che solo lo spreco alimentare è responsabile dell'8% delle emissioni di gas serra totali. Ad oggi, un terzo del cibo prodotto viene ancora perduto o sprecato. La mancanza di adeguata refrigerazione determina ad oggi la perdita di 526 milioni di tonnellate di cibo, il 12% del totale. L'Istituto Internazionale per la Refrigerazione ha stimato che nel 2017 le emissioni da spreco alimentare hanno raggiunto 1 gigaton di CO2 equivalente.
Come delineato dalla Dichiarazione di Roma, servono quindi soluzioni che possano espandere le infrastrutture della catena del freddo in modo sostenibile, ad esempio utilizzando energie rinnovabili per i sistemi di raffreddamento, trasporto, stoccaggio, conservazione e vendita del cibo nella transizione sia nei paesi sviluppati che in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove mancano maggiormente tali infrastrutture.
Il MASE, insieme alla FAO, al Segretariato Ozono del Protocollo di Montreal e a diversi altri partner internazionali, come la Cool Coalition e la Climate and Clean Air Coalition dell'UNEP, promuovono un lavoro con i paesi in linea con i principi della Dichiarazione di Roma. Il Protocollo di Montreal, per esempio, primo trattato internazionale a ratifica universale e grande successo della comunità internazionale per la tutela dello strato di ozono, sta lavorando anche grazie all'attuazione del suo emendamento di Kigali per ridurre la dipendenza da refrigeranti a potenziale lesivo per lo strato di ozono o ad alto effetto di riscaldamento globale, anche incentivando l'efficienza energetica di tali tecnologie.