Normativa tecnica per l’identificazione e la classificazione dei Corpi Idrici Fortemente Modificati e Artificiali

La metodologia per la classificazione del potenziale ecologico per i corpi idrici fortemente modificati e artificiali fluviali e lacustri è stata elaborata dal Gruppo di Lavoro istituito allo scopo con DD n. 4984/TRI/DI/N del 17 aprile 2014, e costituito dagli esperti del MATTM, dell’AT Sogesid e degli Istituti scientifici che collaborano con il Ministero per l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE (ISPRA, CNR-IRSA, CNR-ISE, ENEA, ISS, Arpa Lombardia).

La metodologia è stata sviluppata in linea con quanto discusso nel gruppo tecnico sul GEP europeo all’interno di ECOSTAT. È una metodologia ibrida, basata sulla combinazione dell’approccio di riferimento e dell’approccio delle misure di mitigazione (in questo ultimo caso per classificare si utilizza il Processo Decisionale Guidato sulle Misure di Mitigazione Idromorfologica PDG-MMI).

Il DD 341/STA del 30 maggio del 2016 ha approvato la suddetta metodologia e contestualmente ha avviato una fase sperimentale (DD n. 19374/STA del 21 ottobre 2016). È stato attivato un Tavolo di Lavoro, coordinato dal MATTM, e costituito dai componenti del GdL che hanno sviluppato la metodologia, dalle Autorità di bacino, dalle Regioni e dalle Arpa al fine di validare la suddetta metodologia sul territorio e poter ricevere quindi ulteriori contributi/osservazioni derivanti dall’applicazione della stessa da parte delle Autorità.

Il suddetto DD 341/STA del 2016 è composto dai tre seguenti allegati:

  • Allegato 1 – Classificazione del potenziale ecologico per i corpi idrici fortemente modificati e artificiali fluviali e lacustri.
  • Allegato 2 – Tabelle con elenco misure di mitigazione idromorfologiche e processo decisionale guidato.
  • Allegato 3 – Aggiornamenti ai metodi rispetto a quanto riportato nel DM 260/2010.

La citata attività sperimentale ha consentito di perfezionare la tabella 2 dell’allegato 2 (da usare qualora siano presenti sbarramenti per invasare le acque per uso potabile, irriguo o per la produzione di energia) e di elaborare una nuova tabella ad hoc da utilizzare in presenza di alterazioni per la regolazione delle acque per drenaggio dei terreni (tabella 5). Alla tabella 4 (da utilizzare in presenza di strutture per la gestione del rischio da alluvioni) è stata aggiunta la colonna denominata “Terminologia della guidance reporting 2016 relativamente alle misure di mitigazione” per creare un link tra la terminologia utilizzata in tabella per le misure di mitigazione e quella standardizzata nella guidance reporting 2016. Invece la tabella 1 (da utilizzare in presenza di infrastrutture portuali) e la tabella 3 (da utilizzare in presenza di strutture per la navigazione interna) sono rimaste invariate rispetto alla versione del 30 maggio 2016 (data di emanazione del DD 341/STA del 2016).

La suddetta fase sperimentale ha consentito inoltre di effettuare approfondimenti finalizzati ad affrontare specifiche problematiche riguardanti l’applicazione della normativa vigente in materia.

Di seguito si elencano i principali approfondimenti riportati in un unico allegato suddiviso in quattro parti:

  • Parte prima: Schema riguardante la relazione tra l’art. 118 del Dlgs. 152/2006 relativo alla caratterizzazione del bacino idrografico e l’art. 120 del Dlgs. 152/2006 sulla definizione dei programmi di monitoraggio ai fini di chiarirne il ruolo nella classificazione dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali fluviali e lacustri previsto ai sensi del DD 341/STA del 2016;
  • Parte seconda: Uso delle acque a scopo irriguo o di drenaggio dei terreni. Chiarimenti per l’individuazione, il monitoraggio e la classificazione dei relativi CIA fluviali ai sensi della Direttiva 2000/60/CE;
  • Parte terza: indicazioni in merito ai casi in cui va utilizzato l’Approccio Praga;
  • Parte quarta: Ruolo dell’EQB fauna ittica nella classificazione del potenziale ecologico dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali.

 

 

 

 

 


Ultimo aggiornamento 11.01.2024