Convenzione Antifouling

Il deposito di incrostazioni sulle carene delle navi o, più in generale, di corpi immersi per un significativo periodo di tempo, comporta la perdita delle proprietà meccaniche, nonché chimico-fisiche degli elementi attaccati. La formazione delle colonie di microorganismi sulla superficie a contatto con l’acqua comporta quindi un suo deterioramento fino, nei casi più critici, alla distruzione dell’elemento interessato.

Il fenomeno del fouling, oltre agli effetti di deterioramento della proprietà della carena della nave, con conseguenti rischi per la stessa navigazione, comporta anche un appesantimento della stessa ed una conseguente diminuzione della sua velocità. Per evitare tali effetti gli scafi vengono verniciati con apposite vernici che sono in grado di contrastare tali effetti. Queste, però, contengono dei componenti, quali composti a base di stagno, che possono generare seri danni sia alla salute umana che all’ambiente. Per limitare gli effetti di tali sostanze è stata predisposta la c.d. convenzione antifouling, che mira a vietare l’utilizzo di sostane che possano nuocere all’ambiente e invece promuove lo sviluppo di sostanze che possano raggiungere l’effetto desiderato evitando comunque danni alla salute ed all’ambiente non solo marino.  

Il MASE ha delegato a quattro Organismi Riconosciuti (American Bureau of Shipping, Bureau Veritas SA, Lloyd’s Register, RINA Services S.p.A.) per le attività previste dalla convenzione:

AFS-RINA Services S.p.A. GURI n. 16 21 gennaio 2004

AFS-Lloyd's Register GURI n. 13 del 18 gennaio 2022

AFS-Bureau Veritas SA GURI n. 40 del 17 febbraio 2022

AFS-American Bureau of Shipping GURI n. 183 del 8 agosto 2018

 

In caso di modifiche o chiarimenti che si rendessero necessari, sia l’IMO che l’Amministrazione hanno pubblicato diverse circolari e note istruttorie reperibili presso l’apposita pagina del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

 

 


Ultimo aggiornamento 24.05.2023