Energia nucleare
Cenni storici
Dopo la rinuncia all’utilizzo dell’energia da fissione nucleare per la produzione di energia elettrica, avvenuta in conseguenza del primo referendum abrogativo del 1987, e che portò all’arresto delle centrali nucleari ancora attive - Latina, Trino e Caorso (la centrale del Garigliano era stata già chiusa nel 1982) - e degli impianti del ciclo del combustibile nucleare, nonché l’interruzione dei lavori di costruzione delle centrali di Montalto di Castro e di Trino 2 (entrambe mai entrate in funzione), nel 2010 il Governo italiano propose il rilancio delle attività propedeutiche alla produzione elettronucleare, in particolare mediante l’emanazione del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, recante le procedure realizzative di nuovi impianti di produzione di energia elettrica nucleare e fabbricazione di combustibile nucleare, nonché la procedura per la localizzazione, l’autorizzazione e la costruzione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare. Tuttavia, l’esito del referendum del giugno 2011, svoltosi poco dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, sancì nuovamente l’abbandono dello sviluppo nucleare in Italia per la produzione di energia elettrica.
Ad oggi l’utilizzo di reazioni di fissione nucleare per la produzione di energia elettrica non è previsto dalla normativa nazionale.
L’attività nel settore nucleare
La gestione sicura e la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi nel nostro Paese costituisce un’attività prioritaria per il Governo, volta a garantire la tutela delle persone fisiche, la preservazione dell’ambiente, e ad adempiere a precisi obblighi posti dalla normativa UE in materia. Questo Ministero dedica la massima attenzione alla tematica anche attraverso un lavoro di confronto costante con gli altri Dicasteri interessati e gli Enti territoriali.
Come previsto dall’articolo 14, comma 1, lettera m, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 luglio 2021, n. 128, il Ministero, mediante la Direzione Generale Competitività ed Efficienza Energetica, svolge attività di indirizzo e monitoraggio sul programma di smantellamento degli impianti nucleari dismessi. Tale funzione è esercitata attraverso l’emanazione di appositi Decreti ovvero Direttive ministeriali, volti a garantire che le attività della società di Stato Sogin S.p.A - che si occupa del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi - siano coerenti con gli obiettivi generali del Governo per la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare irraggiato.
Il Ministero svolge un ruolo di impulso e coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti (i Ministeri competenti - Interno, Lavoro e Politiche Sociali, Salute, Infrastrutture e Trasporti - le Regioni e gli Enti Locali interessati) ed è principalmente coinvolto nell’emanazione dei provvedimenti di autorizzazione relativi alle attività legate:
- al decommissioning degli impianti nucleari;
- alle installazioni di deposito temporaneo o di impianti di gestione di rifiuti radioattivi;
- all’importazione, produzione, commercio e trasporto (terrestre, marittimo e aereo) di materie radioattive;
- alla detenzione di materie fissili speciali, materie grezze, minerali e combustibili nucleari;
- all’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti;
- all’attività di raccolta e trasporto di rifiuti radioattivi;
- alle spedizioni, importazioni ed esportazioni di sorgenti sigillate, di sorgenti ad alta attività, nonché di rifiuti radioattivi e combustibile nucleare esaurito.
Tali provvedimenti, emanati a seguito di apposite istanze e dei pareri tecnici forniti dalle altre Amministrazioni e enti tecnici competenti, danno luogo a ulteriori attività regolatorie che possono essere di competenza esclusiva dell’autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione - ISIN), ovvero di tutte le Amministrazioni coinvolte.
L’Ufficio del Ministero competente in materia nucleare è la Divisione V - Monitoraggio e controllo decommissioning installazioni nucleari della Direzione Generale Competitività ed Efficienza Energetica (DGCEE), che, nell’esercizio delle proprie funzioni, si avvale della collaborazione di altre istituzioni, tra cui l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), la Sogin S.p.A. e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).
La strategia del decommissioning
La prassi internazionale individua due alternative di disattivazione per le centrali nucleari:
- Disattivazione differita, in cui vengono individuate tre fasi:
- Custodia sorvegliata (raggiungimento dello stato di custodia protettiva passiva);
- Smantellamento delle strutture e raggiungimento del rilascio parziale del sito con restrizioni (rilascio condizionato);
- Raggiungimento dello stato di rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica. (rilascio incondizionato).
- Disattivazione immediata o accelerata: la disattivazione viene effettuata senza alcuna soluzione di continuità, saltando la cosiddetta “messa in custodia protettiva passiva”, così da pervenire al rilascio incondizionato del sito in un arco di tempo inferiore rispetto alla disattivazione differita.
In Italia si è passati, nel 2001, dalla strategia di disattivazione differita alla strategia di disattivazione accelerata. Il nuovo programma prevede, anche in assenza in tempi brevi di un sito unico (Deposito Nazionale) dove conferire i rifiuti radioattivi, lo smantellamento degli impianti con stoccaggio temporaneo sui siti stessi dei rifiuti prodotti.
Dal 2006, la strategia nazionale poggia su tre pilastri:
- Riprocessamento all’estero del combustibile esaurito derivante dal funzionamento delle ex centrali nucleari;
- Parallelo smantellamento dei siti;
- Realizzazione di un unico sito di stoccaggio (Deposito Nazionale) dei rifiuti prodotti dallo smantellamento e dalle attività di riprocessamento condotte all’estero.
Fino al 2012, il lento stato di avanzamento del decommissioning è stato anche legato al nodo delle autorizzazioni e alla frammentazione dei processi amministrativi. Con l’entrata in vigore di una nuova norma (articolo 24 del Decreto-Legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 marzo 2012, n. 27), sono state ridefinite le procedure autorizzative sui progetti di disattivazione e smantellamento e sono stati previsti tempi massimi di valutazione e strumenti di intervento (Conferenze di servizi convocate dal MASE) per sbloccare la valutazione sulle domande presentate da oltre un anno. Rispetto alla frammentazione amministrativa che richiedeva l’acquisizione di numerose autorizzazioni a livello centrale e a livello locale, è stato quindi introdotto anche nel settore nucleare lo strumento dell’“autorizzazione unica” con la partecipazione di Comuni e Regioni. Questi ultimi sono parte del procedimento e sono chiamati a dare un parere obbligatorio e non vincolante.
Rifiuti radioattivi e combustibile nucleare esaurito
Attività e progetti di ricerca e di sviluppo
Misure di compensazione territoriale