La storia degli accordi internazionali sul clima
1988 – Creazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Viene convocato un comitato scientifico di alto livello per studiare le cause, gli impatti dei cambiamenti climatici e le possibili soluzioni al problema.
1992 – Adozione della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). La Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni Unite, denominata anche “Summit della Terra”, svoltasi a Rio De Janiero, adotta la Convenzione quadro. La Convenzione ha come obiettivo “la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico".
1997 – Adozione del Protocollo di Kyoto. Il più importante strumento attuativo della Unfcc viene adottato durante la terza sessione della Conferenza delle Parti (Cop3) tenutasi a Kyoto in Giappone. Il Protocollo di Kyoto prevede riduzioni o limitazioni quantitative delle emissioni di gas serra per trentotto paesi industrializzati e l’Unione Europea con la possibilità di utilizzare meccanismi flessibili, come lo scambio di quote di emissioni. Entra in vigore nel 2005, senza la ratifica degli Stati Uniti.
2005 – La Direttiva “Emissions Trading” dell’Unione Europea entra in vigore. Inizia la prima fase dell’European Union Emissions Trading Scheme, il primo e più grande sistema di scambio di emissioni nel mondo.
2008 – Inizia il primo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto. Trentasette paesi industrializzati e l’Unione Europea si impegnano a ridurre le loro emissioni in media del cinque percento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012.
2009 – Impegno finanziario per il clima. Alla Cop15 a Copenaghen, i paesi sviluppati assumono l’impegno di mobilitare congiuntamente – a partire dal 2020 – risorse pari a 100 miliardi di dollari all’anno. Tali risorse finanziarie serviranno ad assistere i paesi in via di sviluppo nell’attuazione di misure di mitigazione e di adattamento.
2011 – Intesa su una nuova piattaforma per negoziare un accordo post-2020. Le Parti della UNFCCC lanciano l’Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action (ADP), un organo sussidiario della Convenzione con il mandato di giungere a un nuovo accordo vincolante che, a partire dal 2020, regoli le emissioni di gas serra per tutti i paesi entro il 2015. Congiuntamente ci si accorda per un secondo periodo di riduzione sotto il Protocollo di Kyoto (che verrà formalmente adottato l’anno successivo).
2012 – Adozione dell’Emendamento di Doha. Le Parti aderenti al Protocollo di Kyoto adottano, attraverso un emendamento, il secondo periodo di impegno per i paesi industrializzati dal 2013 al 2020. I paesi interessati si impegnano a ridurre le loro emissioni di almeno il 18 percento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020.
2014 – Intesa sulla “Lima Call for Climate Action”. La Cop20, riunita a Lima, riafferma la necessità che tutti i paesi presentino entro il primo quadrimestre del 2015, o comunque prima della conferenza di Parigi del 2015, il contributo nazionale di riduzione di emissioni per il nuovo accordo, che dovrà essere concentrato sulla mitigazione ovvero sulle riduzioni/limitazioni delle emissioni di gas serra e che potrà contenere anche eventuali azioni di adattamento. Tali contributi dovranno essere chiari, trasparenti e contenere informazioni quantificabili.