Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
I chirotteri (pipistrelli) rappresentano, dopo quello dei roditori, l'ordine di Mammiferi più numeroso. Una notevole percentuale delle specie esistenti risulta purtroppo rara e minacciata. Proprio in relazione al loro significativo contributo alla biodiversità dei vertebrati terrestri e alle loro generali condizioni di rarefazione sul territorio, i chirotteri costituiscono una ricchezza faunistica di grande valore conservazionistico. Inoltre, il ruolo ecologico di predatori specializzati di insetti, l'adattamento alla vita notturna e l'ampia diffusione geografica che li vede presenti ovunque, tranne che nelle regioni polari e subpolari, fanno dei chirotteri uno dei gruppi faunistici di maggiore interesse scientifico, sebbene per certi aspetti ancora poco noto.
Al fine di garantire anche sul territorio italiano un'adeguata conservazione dei chirotteri, come già avviene in altri Paesi europei più sensibili alle problematiche di conservazione ambientale, occorre promuovere studi e ricerche su queste specie, perché indispensabili al fine di individuare idonee strategie di conservazione. Occorre però, parallelamente, tutelare e gestire gli habitat elettivi per le attività di foraggiamento e per le attività di rifugio (roosting) dei pipistrelli, essenziali per la loro sopravvivenza a lungo termine. L'importanza della tutela dei siti di rifugio è legata al fatto che in essi si verificano grandi concentrazioni di animali e quindi la perdita di un buon rifugio costituisce per i pipistrelli un fattore di grande rischio.
Le presenti Linee guida rappresentano un prodotto condiviso tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L'approccio qui proposto sottintende un'ampia volontà di conciliare la conservazione dei chirotteri con le esigenze antropiche di tipo diverso, connesse sia alla fruizione dell'edificio sia alla realizzazione di lavori di manutenzione, restauro o ristrutturazione. Attuati gli opportuni accorgimenti, tali interventi possono risultare privi di impatto sulla chirotterofauna mentre, in assenza di un'adeguata programmazione, si possono arrecare gravi danni alle popolazioni di chirotteri, in contrapposizione, peraltro, alle norme di tutela vigenti.
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