Asse 2: Intervenire

Azioni per ridurre il rischio di esposizione al radon e promuovere sistemi di prevenzione e riduzione negli edifici, individuare materiali da costruzione che potrebbero esalare radon, fornire indicazioni per la qualificazione degli esperti di risanamento.

La presenza del radon come elemento naturale e la sua diffusione, fanno sì che le problematiche a esso connesse siano legate agli ambienti più disparati, interessando aree geografiche estese o solo singoli edifici. La provenienza del radon è principalmente dal suolo e dipende alla ubicazione degli edifici, anche se l’utilizzo di alcuni materiali nella costruzione o nei rivestimenti interni (lave, tufi, pozzolane e alcuni graniti) o la presenza d’acque ad alto contenuto di radon possono contribuire a incrementare notevolmente le concentrazioni di radon indoor. La concentrazione di radon tende ad accumularsi negli ambienti chiusi con scarso ricambio d’aria raggiungendo talvolta valori anche molto elevati, mentre all’aperto il gas si disperde. Elevate concentrazioni di radon sono un problema che riguarda soprattutto i locali di soggiorno in vicinanza del terreno (interrati, seminterrati) e in edifici costruiti su pendii, tuttavia possono essere interessate anche le abitazioni al piano terreno situate sopra cantine o ambienti vuoti e i piani superiori. Qualsiasi parte di edificio a contatto con il terreno costituisce un potenziale punto di infiltrazione di radon. La presenza di radon in alcuni materiali da costruzione pone l’attenzione sulla valutazione del loro impiego nelle opere edili. Considerando il rischio sanitario per la popolazione connesso a una elevata esposizione al radon, per ridurre a livelli accettabili la concentrazione, è necessario intervenire sia attraverso l’applicazione di opportuni accorgimenti in fase di progettazione (per edifici di nuova realizzazione) sia mediante interventi di risanamento per gli edifici esistenti. La complessità dell’argomento rende necessario che tali interventi siano seguiti da personale specializzato che abbia requisiti di competenza specifici. L’effetto sinergico tra esposizione al radon e fumo di sigaretta, incrementa il rischio di contrarre il tumore al polmone [10, 59, 60] e questo richiede una serie di attività che portino a conoscenza di tale connessione la popolazione potenzialmente esposta

Partendo dalle indagini svolte a livello regionale e dai numerosi studi condotti a livello nazionale e internazionale, sono state intraprese diverse iniziative dalle Regioni per supportare e promuovere gli interventi di risanamento e fornire linee guida sulle attività di prevenzione o di risanamento propedeutiche a ridurre le alte concentrazioni di radon indoor.

 

Obiettivo

L’obiettivo è identificare una metodologia di lavoro per la progettazione di interventi di risanamento che preveda di procedere gradualmente, inizialmente con misure di risanamento semplici ed economiche, o comunque soluzioni tecniche di carattere provvisorio (ad esempio, stuccatura sistematica di giunti e fessure con materiali speciali, isolamento attraverso un sistema di porte a tenuta stagna, areazione dei vespai sotto il pavimento e delle intercapedini, apertura di vani per garantire la ventilazione a livello di scantinati) e se del caso, con misure più complesse e definitive, che possono anche consistere nel solo completamento di quelle già attuate. Tale obiettivo ha come finalità la fattibilità tecnica ed economica ossia poter favorire diverse migliaia di interventi di risanamento in Italia. D’altra parte, la superiore esigenza di garantire la sicurezza e la salute delle persone, finalità del Piano stesso, come pure la continua ricerca di innovazione nell’ambito tecnico, costituisce un obiettivo importante, la cui realizzazione non può essere pienamente perseguita senza una stretta e simbiotica collaborazione tra mondo istituzionale e settore imprenditoriale e industriale. Pertanto, individuata una adeguata base di informazioni comuni, quale presupposto tecnico per un sistematico approfondimento delle varie problematiche operative e applicative connesse al rischio radon, il lavoro si inquadra a livello nazionale in un’azione univoca e coerente di coinvolgimento e di sensibilizzazione di tutti gli operatori del settore delle costruzioni: professionisti, imprese, PA ed enti appaltanti. Si sottolinea, ancora una volta, che gli interventi per la riduzione dell’ingresso del radon si avvalgono di tecniche di intervento abbastanza simili che rimandano agli stessi principi teorico-scientifici. In tal senso, diviene parimenti imprescindibile mettere a disposizione degli operatori strumenti metodologici di pianificazione degli interventi tecnici, che consentano di poter intervenire efficacemente nel campo della riduzione dei rischi da radon.

 

Obiettivo

Per quanto ora esposto, si pone l’esigenza di individuare una adeguata base di documenti e informazioni comuni, che possa costituire il necessario presupposto tecnico su cui lanciare un 57 sistematico approfondimento delle varie problematiche operative e applicative connesse al rischio radon. Nelle nuove costruzioni è possibile limitare l’infiltrazione di radon con tecniche di costruzione a tenuta stagna e/o con misure sistematiche di sigillatura, queste misure solitamente hanno un impatto in termini economici e di fattibilità molto ridotto, quasi trascurabile rispetto ai costi e alla complessità di un progetto. Le misure preventive che fanno ricorso alla ventilazione mirano a modificare la ripartizione della pressione tra interno ed esterno della costruzione, in modo da ostacolare l’infiltrazione dell’aria ricca di radon, impedendone o comunque limitandone la forte concentrazione. Esse, tipicamente, si concentrano sulle seguenti metodologie: ventilazione dell’area sottostante l’edificio (ad esempio un sistema di aperture del vespaio o di “pozzetti radon” nel caso di attacco a terra); selezione e corretta applicazione di membrane a bassa permeabilità a livello dell’attacco a terra; opportuna progettazione di sistemi di ventilazione forzata/climatizzazione, ecc. Nella progettazione di nuove costruzioni, il progettista ha necessità di conoscere quali informazioni sono necessarie a livello geotecnico in relazione al sedime di fondazione, permeabilità del suolo, ecc. In effetti, laddove si conosca perfettamente la situazione di partenza, si potrà meglio elaborare una strategia di intervento flessibile che permetta la scelta tra più soluzioni. Inoltre bisogna tener presente che nel caso di nuove costruzioni, almeno laddove permangano incertezze sulla reale significatività del livello di rischio da radon da affrontare, un sano principio di efficiente pianificazione in termini progettuali, può essere quello di prevedere, in fase costruttiva, una serie coordinata di interventi e predisposizioni tali da poter realizzare, ove se ne presentasse la necessità, le misure per affrontare adeguatamente eventuali situazioni di criticità da radon che dovessero nel tempo sopravvenire. Nel caso delle nuove costruzioni, molte scelte effettuate in fase di progettazione possono aumentare o diminuire l’ingresso del radon, per cui è importante che l’attenzione del progettista sia volta, da subito, anche a tale problematica, al fine di attuare, qualora dovessero presentarsi le condizioni, le misure protettive o preventive più adeguate ed efficaci. Una corretta pianificazione delle metodologie progettuali riferite agli interventi di prevenzione dai rischi di radon nelle nuove costruzioni, come nei risanamenti negli edifici esistenti, deve essere inquadrata, a livello nazionale, in un’azione, univoca e coerente, di coinvolgimento e di sensibilizzazione di tutti gli operatori del settore delle costruzioni: professionisti, imprese, PA, enti appaltanti. Infine, in particolare per le nuove costruzioni, una corretta progettazione deve comprendere, già a livello di programmazione e di pianificazione del progetto di massima (secondo le definizioni del Codice degli appalti, di cui all’articolo 23 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n.5) la chiara identificazione dell’ area di esecuzione delle opere, in termini di caratterizzazione rispetto alla concentrazione di radon (elevata, media, o irrilevante, con riferimento a una classificazione codificata a livello normativo nazionale). Nel caso in cui l’area ricadesse in zona a significativa concentrazione di radon, occorre sin dall’inizio programmare l’adozione di specifiche misure preventive

 

 

Obiettivo

Fine ultimo dell’azione è quello di pervenire, attraverso l’approfondimento delle varie problematiche che possono conseguire all’impiego di quei materiali da costruzione che presentano maggiori rischi di esalazione di radon, alla individuazione degli strumenti per indirizzare un idoneo impiego dei materiali da costruzione, sia strutturali che architettonici. Tale attività deve poter interessare l’intera vita del prodotto/materiale, dalla sua produzione in fabbrica sino alla consegna, all’accettazione in cantiere e all’inserimento finale nell’opera.

A tal fine diviene importante perseguire il coinvolgimento e il coordinamento dei Ministeri competenti nella costituzione di gruppi di lavoro per la redazione di specifici documenti preparatori che forniscano delle basi condivise di valutazione in linea per una futura e corretta applicazione del Regolamento UE n.305/2011. In termini operativi, le possibili attività possono essere così individuate:

  • classificazione dei materiali da costruzione sulla base della potenziale esalazione di radon e conseguenti indicazioni tecniche sul loro utilizzo;
  • messa a punto di una metodologia per stimare il rateo di esalazione di radon da campioni di materiali da costruzione;
  • elaborazione di un modello per stimare il contributo dei materiali alla concentrazione di radon indoor (room model);
  • coinvolgimento e coordinamento dei Ministeri competenti.

La costituzione di gruppi di lavoro per la redazione di specifici documenti dovrà tenere in considerazione gli approcci europei del CEN per una corretta applicazione del Regolamento UE n.305/2011, in vista di una auspicata armonizzazione.

 

 

Obiettivo

L’obiettivo è definire i contenuti del programma didattico e la struttura dei corsi (durata complessiva 60 ore), affinché siano assicurati una preparazione uniforme e uno standard di qualità adeguati.

 

 

Obiettivo

In relazione agli interventi di risanamento adottati, dovranno essere definite le informazioni di interesse da inserire nelle comunicazioni, in relazione alle tecniche utilizzate e ai risultati ottenuti in termini di riduzione della concentrazione di radon, al fine di garantire la raccolta dei 66 medesimi dati sia presso l’archivio del MLPS che presso la sezione della banca dati ISIN. Tale uniformità di approccio consente di poter realizzare future analisi dei dati sugli interventi di risanamento complessivamente attuati a livello nazionale, sia per i luoghi di lavoro sia per le abitazioni, allo scopo di valutare il numero e la tipologia degli interventi di risanamento adottati nonché la riduzione ottenuta, come utili strumenti per monitorare l’efficacia dell’intero Piano.

 

 

Obiettivo

Nell’ottica del PNAR, non può non essere presa in considerazione l’implementazione di programmi di prevenzione che mirino a rendere la popolazione maggiormente consapevole dei rischi dovuti all’esposizione sinergica tra radon e fumo. Un approccio intersettoriale è necessario per favorire lo sviluppo di programmi congiunti di prevenzione e informazione che abbiano il fine ultimo di ridurre il rischio di insorgenza del cancro ai polmoni, così come indicato al punto 14 dell’allegato III del decreto legislativo 31 luglio 2020, n.101. Una nuova politica di prevenzione e di riduzione dei rischi deve pertanto essere quella di veicolare entrambi i messaggi, specialmente in ambienti di lavoro dove sono presenti elevate concentrazioni di radon e nelle aree prioritarie di intervento. Da questo punto di vista è indispensabile lo sviluppo di reti di collaborazione con le diverse organizzazioni che si occupano di prevenzione del fumo e con i medici di medicina generale e i medici del lavoro, per favorire la diffusione di informazioni e di programmi di prevenzione in cui il cittadino sia soggetto attivo e sia direttamente coinvolto nelle diverse azioni volte alla riduzione dell’esposizione

 

 

Obiettivo

L’obiettivo da perseguire nell’ambito di questa Azione è armonizzare e coordinare gli interventi e le politiche legati al radon con quelli finalizzati all’efficientamento energetico degli edifici e al miglioramento della qualità dell’aria indoor. Bisogna assolutamente evitare che un intervento di riqualificazione energetica provochi problemi di radon, o viceversa che un risanamento radon pregiudichi un’opera di efficientamento energetico. Passando per un censimento della normativa nazionale e regionale, degli standard e delle certificazioni per l’efficientamento energetico degli edifici, e per una analoga attività di ricognizione su iniziative e buone pratiche legate alla qualità di aria indoor negli edifici scolastici, vanno definiti i parametri tecnici rilevanti da prendere in considerazione oltre al radon.

È quindi necessario un atto normativo o almeno di indirizzo, che porti ad affrontare assieme il radon, l’efficientamento energetico degli edifici e la qualità dell’aria indoor in modo sinergico. Questo nuovo approccio integrato va reso obbligatorio e incentivato tramite opportuni strumenti, che attualmente già sono disponibili limitatamente all’efficienza energetica. Vanno previste valutazioni e monitoraggi ante operam e post operam, per poter garantire e documentare il rispetto e l’adozione virtuosa di questo nuovo approccio. La strategia deve individuare come priorità iniziale gli edifici scolastici senza tralasciare gli ambienti di lavoro e le abitazioni. I regolamenti edilizi comunali dovranno tenerne conto.

 

 
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Ultimo aggiornamento 11.11.2024