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Biodiversità nel Mediterraneo

Il Mediterraneo, una delle principali eco-regioni del pianeta, risulta essere, per la sua ricchezza di biodiversità, tra i più importanti ecosistemi al mondo. E’ un mare semichiuso, con una superficie pari allo 0,82% di tutte le acque del globo, collegato agli oceani dagli Stretti di Suez e di Gibilterra, con un ricambio lentissimo delle acque: le sole acque superficiali impiegano mediamente oltre un secolo per rinnovarsi. La massa d’acqua ha profondità media di 1.500 metri, con punte di 4.000 metri. Lo sviluppo costiero è di ben 46.000 Km, isole comprese, con lunghezza massima di circa 3.800 chilometri (da Gibilterra alla Siria), mentre la larghezza massima è di 900 chilometri (dalla Francia all’Algeria).

E’ uno dei mari più ricchi e densamente popolati del mondo. Le ultime stime effettuate sulla biodiversità marina del Mediterraneo ci dicono che la presenza di specie si aggira intorno a  17.000, quasi l’8% della biodiversità marina globale, a fronte di una superficie inferiore all’1%  di tutti gli oceani.

La sua ricchezza di specie e habitat conferisce una straordinaria capacità di produrre benefici essenziali per garantire la vita sulla Terra: le acque marine regolano il clima del nostro Pianeta, producono ossigeno, forniscono nutrimento, sequestrano il carbonio, mitigano i cambiamenti climatici.

L'ambiente naturale mediterraneo è una combinazione di fattori geomorfologici e climatici omogenei e la sua diversità biologica è dovuta principalmente all'adattamento di molte specie alle estati calde e secche e agli inverni miti che caratterizzano il nostro clima; contribuisce, inoltre, alla ricchezza di biodiversità un'elevata produttività primaria prodotta dai movimenti di masse d'acqua fredda nel bacino: in quest'area il vento e le correnti rimettono in circolo nella colonna d'acqua gli elementi nutritivi rendendoli disponibili per gli organismi planctonici, primo anello della catena alimentare.

Un altro elemento importante è costituito dalle correnti che attraversano lo Stretto di Gibilterra e circolano verso la parte occidentale del Mediterraneo. Queste correnti vengono sfruttate dai grandi pelagici (tonno e pesce spada) per la loro migrazione verso le zone di riproduzione o di deposizione delle uova, mentre molte specie marine, compresi i cetacei, vengono attratte nel nostro mare dall'abbondanza di cibo.  Tra Liguria, Provenza e Sardegna settentrionale è stata istituita un'area marina tutelata, denominata Santuario dei Cetacei.

L'antropizzazione delle coste del Mediterraneo, caratterizzata dall'esponenziale incremento demografico e produttivo avvenuto nell'ultimo secolo, ha portato a una progressiva diminuzione della biodiversità, anche in considerazione del fatto che si tratta di un bacino semichiuso.

Le principali minacce che stanno mettendo a rischio specie, habitat e interi ecosistemi del nostro patrimonio naturale sono l'effetto dell'impatto delle attività umane tra queste le più importanti sono: l'urbanizzazione, l'uso intensivo di fertilizzanti e la conseguente eutrofizzazione delle acque, l'inquinamento causato dalle acque di scarico  provenienti da fonti a terra contenenti metalli pesanti e inquinanti biologici, la crescente espansione turistica,  l’abbandono di rifiuti (marine litter), l’inquinamento acustico, gli sversamenti di idrocarburi, l'introduzione di specie alloctone, il traffico marittimo e il prelievo eccessivo di risorse ittiche.

Tutelare gli habitat e le specie mantenendo sano l’ambiente marino è necessario per conservare e accrescere il nostro Capitale naturale. Inoltre il mare sequestra ingenti quantità di anidride carbonica, contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici in atto.

Proteggere mari e oceani è parte integrante del Green Deal europeo  per conciliare le attività economiche con la salvaguardia delle risorse naturali.

Mari e Oceani saranno protagonisti di questa crescita sostenibile. In quest’ottica le Nazioni Unite hanno dedicato il prossimo decennio 2021-2030 alle “Scienze degli Oceani per uno sviluppo sostenibile”, con l'intento primario di sostenere i Paesi nel raggiungimento dell'Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento 10.05.2022