Liste Rosse Nazionali (https://www.mase.gov.it/pagina/liste-rosse-nazionali)
- La Lista Rossa degli Ecosistemi d’Italia (2023) (#10) NEW
- La Lista Rossa dei Vertebrati Italiani(2022) (#1) NEW
- La Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (2021) (#2) NEW
- La Lista Rossa della Flora Italiana vol. 2 (2020) (#3)
- Lista Rossa dei pesci ossei marini italiani (2017) (#4)
- La Lista Rossa della Farfalle Italiane (2016) (#5)
- La Lista Rossa delle Libellule Italiane (2014) (#6)
- La Lista Rossa dei Coleotteri Saproxilici Italiani (2014) (#7)
- La Lista Rossa dei Coralli Italiani (2014) (#8)
- La Lista Rossa della Flora Italiana (2013) (#9)
Da circa 50 anni la IUCN ha proposto un sistema di valutazione sullo stato di conservazione delle specie, basato su un metodo scientificamente rigoroso, applicabile a tutte le specie viventi, ad eccezione dei microorganismi, e che oggi rappresenta uno standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione (informazioni, metodologia e applicazioni sono disponibili sul sito www.iucnredlist.org (http://www.iucnredlist.org/)).
Secondo tale metodo è possibile compilare Liste Rosse su scala globale e, applicando la stessa metodologia anche, anche a scala locale, ad esempio, per le singole nazioni (in questo caso si parla di Liste Rosse regionali).
Il concetto di Lista Rossa è ormai noto non solo negli ambienti specialistici dei ricercatori, ma comunemente anche tra la popolazione non esperta.
La Lista Rossa IUCN è, infatti, un indicatore affidabile della salute della biodiversità a livello mondiale e nazionale. Rappresenta un potente strumento per informare e indirizzare le azioni per la conservazione della biodiversità, per valutare la qualità degli habitat e per proteggere le risorse naturali di cui abbiamo bisogno per sopravvivere.
Le Liste Rosse forniscono, per ogni specie valutata, informazioni e previsioni sull'areale, sulle dimensioni della popolazione, sull'habitat e l'ecologia, sull'uso e/o il commercio, sulle minacce e le azioni di conservazione che contribuiranno a informare le necessarie decisioni di conservazione. Esse rappresentano uno strumento raffinato, autorevole e dinamico di valutazione, grazie al coinvolgimento e al supporto degli esperti e ai periodici aggiornamenti delle valutazioni, che vengono realizzate per ogni specie.
La valutazione del rischio di estinzione è basata sulle Categorie e Criteri della Red List IUCN (http://www.iucn.it/categorie.php (http://www.iucn.it/categorie.php)) e sulle linee guida più aggiornate. Le valutazioni sono effettuate secondo gli standard IUCN in appositi workshop con focus tassonomico, coinvolgendo esperti provenienti da diverse regioni d'Italia.
Le categorie di rischio sono 11, da Estinto (EX, Extinct), applicata alle specie per le quali si ha la definitiva certezza che anche l’ultimo individuo sia deceduto, fino alla categoria Minor Preoccupazione (LC, Least Concern), adottata per le specie che non rischiano l’estinzione nel breve o medio termine. A scala delle singole nazioni, una specie può essere Estinta nella Regione (RE – Regionally Extinct), nel caso in cui al di fuori della nazione siano ancora presenti popolazioni vitali.
Le 3 categorie di minaccia per le quali è opportuno che siano intraprese attività di conservazione sono: In Pericolo Critico (CR, Critically Endangered) In Pericolo (EN, Endangered) e Vulnerabile (VU, Vulnerable) attribuite alle varie specie in funzione della probabilità di estinzione valutata dagli esperti applicando i criteri previsti.
I risultati e le relative Liste sono liberamente consultabili e scaricabili dal sito www.iucn.it (http://www.iucn.it/).
La Lista Rossa degli Ecosistemi d’Italia (2023)
L’approccio ecosistemico rappresenta la strategia più efficace per la conservazione della piena efficienza strutturale e funzionale del capitale naturale, in accordo con quanto sancito a livello internazionale dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (Nazioni Unite, 1992) e come ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica.
Questa pubblicazione presenta il percorso metodologico seguito e i risultati della valutazione del rischio di collasso degli ecosistemi in Italia nell'ambito del progetto che la Società Botanica Italiana ha svolto sotto l’egida del MASE.
Allo scopo di accrescere le potenziali sinergie tra gli strumenti strategici europei, nazionali e le iniziative dell’IUCN, la Carta degli Ecosistemi d’Italia è stata adottata dal MASE come riferimento di base per la definizione della Lista Rossa degli Ecosistemi terrestri.
Il progetto di stesura della Lista Rossa degli Ecosistemi d’Italia, come illustrato nel dettaglio nei primi tre capitoli della pubblicazione, si basa sulla valutazione dei criteri e sulla definizione delle categorie di rischio così come stabilite dall’IUCN per la Lista Rossa degli Ecosistemi. Questo approccio, ufficialmente condiviso dall’IUCN, prevede di combinare valutazioni quantitative e qualitative del rischio di collasso degli ecosistemi simili a quelle usate per la valutazione del rischio di estinzione delle specie.
A livello nazionale, gli ecosistemi a rischio sono 58 (7 CR, 22 EN, 29 VU), 18 NT, 4 LC e 5 NE.
La superficie nazionale a rischio è il 19,6% che corrisponde a quasi la metà di quella coperta dagli ecosistemi naturali e seminaturali (46,3%) in Italia.
La Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (2022)
L'Italia presenta un notevole livello di biodiversità soprattutto in termini di ricchezza di specie e, più in generale di taxa. Gli habitat italiani ospitano una fauna molto diversificata tra le più ricche dei paesi europei. Complessivamente, circa il 10% della fauna italiana è endemico: ciò significa che le popolazioni naturali sono presenti soltanto in questo Paese.
L'attuale Lista Rossa dei Vertebrati Italiani rappresenta il risultato del lavoro di aggiornamento della valutazione della Lista Rossa IUCN effettuato nel 2013. La metodologia IUCN richiede infatti un aggiornamento entro dieci anni dalla prima valutazione.
Durante la valutazione dei Vertebrati Italiani condotta nel 2013, sono state considerate 672 specie di vertebrati terrestri o d'acqua dolce presenti, nella valutazione di aggiornamento il numero è leggermente aumentato a 700.
Nella nuova valutazione sono state incluse tutte le specie di pesci d'acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli nidificanti (la valutazione per questo taxa si è conclusa nel 2021), mammiferi e pesci cartilaginei, autoctoni o possibilmente autoctoni in Italia, nonché quelli naturalizzati in Italia in epoca preistorica. Le specie di uccelli presenti, ma non nidificanti in Italia (svernanti, migratorie), non sono state valutate e le specie addomesticate non sono state valutate secondo le categorie e i criteri della Lista Rossa IUCN.
Ci sono un totale di 40 specie di vertebrati in pericolo di estinzione (CR, Critically Endangered)). Di questi, quelli che sono peggiorati rispetto alla valutazione del 2013 sono: Alopias superciliosus (ex DD), Chondrostoma soetta (ex EN, Endangered), Salmo carpio (ex EN), il Thymallus aeliani (ex EN), Speleomantes sarrabusensis (ex VU), Chlidonias niger (ex EN), Zapornia porzana (ex DD, Data Deficient), Zapornia parva (ex DD) e Plecotus sardus (ex EN). Inoltre, sono ora incluse nella categoria “CR” (in pericolo critico) due specie precedentemente non valutate (NE, Not Evaluated), ovvero, la Trota mediterranea (Salmo ghigii) e il Falco pescatore (Pandion haliaetus).
Le specie classificate come “Endangered” (EN) sono 65, di cui 14 sono “new entry”, in peggioramento rispetto alla classificazione del 2013 in cui erano tutte valutate come “VU”, vulnerabili. Quattro specie hanno gravemente peggiorato il loro stato la Tinca (Tinca tinca), il Fagiano di monte (Lyrurus tetrix), il Beccafico (Sylvia borin), l'Organetto (Acanthis flammea), passando dalla categoria di Minor Preoccupazione (LC, Least Concern) a quella di Vulnerabile (VU, Vulnerable).
Tuttavia, c'è una buona notizia: alcune specie come l’Aquila del Bonelli (Aquila fasciata) e la Nottola maggiore (Nyctalus lasiopterus), precedentemente valutate in pericolo critico (CR, Critically Endangered), sono ora salite di categoria (EN, Endangered) e quindi il loro stato è leggermente migliorato negli ultimi 10 anni.
La Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (2021)
L'obiettivo principale di questa ricerca è stato l'aggiornamento, per il 2021, della valutazione del rischio di estinzione degli uccelli nidificanti italiani, a distanza di 9 anni dalla prima valutazione del 2012. Ciò ha consentito di valutare l'andamento temporale del rischio di estinzione per questo importante taxon di vertebrati terrestri. Questa valutazione include tutte le specie di uccelli nidificanti in Italia. Per ciascuna specie è stata valutata l'intera popolazione del paese, comprese le isole grandi e piccole ove rilevante.
Delle 278 specie valutate, cinque si sono estinte nella regione, di cui una in tempi recenti. Si ha un totale di 71 specie minacciate di estinzione (il 25,5% del totale, che si traduce in una migliore stima, pari al 26,6%, quando si considerano le specie carenti di dati, “DD-Data Deficient). Un altro 49% delle specie non è in pericolo immediato di estinzione. Escludendo i cambiamenti “non genuini” nelle valutazioni a confronto (ad esempio, quelli dovuti a una migliore conoscenza della presenza di specie nel 2021, rispetto al 2012, e non a un vero cambiamento nel rischio di estinzione delle specie), il rischio complessivo di estinzione degli uccelli nidificanti è diminuito dal 2012 al 2021.
Considerando il numero totale di specie, 14 sono ora più lontane dall'estinzione rispetto al 2012, anche se 22 specie sono entrate in una categoria di rischio più elevato. Il 3,9% delle specie di uccelli valutate è stato classificato come In Pericolo Critico (CR) (rispetto al 2,8% del 2012), il 9,3% In Pericolo (EN) (contro il 9,1% nel 2012) e il 14,4% Vulnerabile (VU), mentre questa categoria era del 18,3% nel 2012.
Complessivamente, le popolazioni di uccelli nidificanti italiani sono stabili (28%) o in aumento (34%). Quasi un quarto (24%) della popolazione è in declino, mentre l'andamento della popolazione del restante 14% della specie è ancora sconosciuto.
La Lista Rossa della Flora Italiana vol. 2 (2020)
Dopo la pubblicazione del primo volume (2013), che include la valutazione di tutte le specie italiane incluse nelle normative ratificate a livello nazionale (policy species), quali le specie elencate negli allegati della Direttiva 92/43/UE “Habitat” e negli allegati della Convenzione di Berna, in questo contributo è stato valutato un ulteriore gruppo di 2.191 taxa, incluse tutte le specie endemiche italiane non ancora sottoposte ad assessment.
I risultati pubblicati nel presente volume hanno rilevato che 37 taxa sono estinti, estinti in natura o verosimilmente estinti a livello regionale (inclusi 11 taxa endemici), mentre 420 taxa (inclusi 228 endemici) sono stati assegnati ad una categoria di rischio. Inoltre, 338 taxa (inclusi 248 endemici) sono stati inseriti nella categoria DD (Data Deficient), ovvero specie per cui i dati a disposizione sono insufficienti per una valutazione. Il numero più alto di taxa estinti o in declino è localizzato nelle zone costiere e di pianura, dove gli impatti antropici e la distruzione degli ecosistemi sono più evidenti.
La valutazione di circa un terzo dei taxa vegetali spontanei del nostro paese (2.488 taxa) costituisce un importante passo verso la conservazione della flora vascolare italiana. Infatti, l’Italia è localizzata al centro del bacino Mediterraneo, uno tra i centri di biodiversità più minacciati a livello globale. La sua eterogeneità ambientale e climatica ha permesso la differenziazione di un ampio numero di specie vegetali (oltre 8,200 taxa).
Per mettere in atto una strategia di conservazione efficace del paesaggio naturale italiano e in particolare della flora vascolare, sarebbe utile risolvere alcune criticità tassonomiche, effettuare monitoraggi sulle specie minacciate e sviluppare strategie specifiche di conservazione in situ ed ex situ e piani di azione specie specifici.
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Lista Rossa dei pesci ossei marini italiani (2017)
In questa valutazione sono state incluse tutte le specie di pesci ossei marini native, o possibilmente native, in Italia considerando un'area di interesse più vasta delle acque territoriali italiane, in quanto, come spesso accade in mare, le popolazioni della quasi totalità delle specie si distribuiscono in areali molto ampi.
Le finalità di questa ricerca hanno perseguito il raggiungimento di tre obiettivi principali: la creazione di una rete di esperti per la valutazione del rischio di estinzione delle specie di pesci ossei marini in Italia; la valutazione del rischio di estinzione per tutte le specie di pesci ossei marini; la creazione di una base di riferimento utile in futuro a valutare la tendenza dello stato di conservazione della biodiversità in Italia.
Delle 407 specie di pesci ossei marini considerate nei nostri mari, 8 risultano a rischio di estinzione (1.9%). Altre 9 specie sono state valutate essere prossime al rischio di estinzione, e per altre 51 specie, che costituiscono il 12.5% del numero totale oggetto dello studio, non esistono informazioni sufficienti a valutarne il rischio. Le rimanenti specie (83.3%) non sono a rischio di estinzione imminente. L'andamento della maggior parte delle popolazioni di pesci ossei marini italiani è stabile, ma il 7% risulta in declino e il 4% in aumento.
Le maggiori minacce per i pesci ossei marini italiani sono rappresentate dall’eccessivo prelievo di pesca, che avviene con attività di pesca mirate a specie particolari o, più comunemente, sotto forma di bycatch (catture accessorie o accidentali nel corso di pratiche di pesca indirizzate ad altre specie), lo sviluppo urbano costiero e il relativo inquinamento delle acque, le modificazioni dell'habitat indotte dalle attività umane dirette o indirette (ad esempio attraverso il cambiamento climatico).
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La Lista Rossa della Farfalle Italiane (2016)
Sono state incluse nella valutazione tutte le specie di ropaloceri native o possibilmente native in Italia.
Per ciascuna specie e stata valutata l’intera popolazione nel suo areale italiano (Italia peninsulare, isole maggiori e, dove rilevante, isole minori). Pertanto, la valutazione del rischio di estinzione e riferita all'intera popolazione nazionale di ciascuna specie e non a sottopopolazioni locali il cui livello di minaccia può essere talvolta superiore.
Delle 289 specie di ropaloceri valutati, una estinta nella regione in tempi recenti. Le specie minacciate di estinzione sono un totale di 18, pari al 6.3% delle specie valutate. La maggior parte delle popolazioni di ropaloceri italiani sono stabili.
Le principali minacce per i ropaloceri in Italia sono la riforestazione naturale, conseguenza dell'abbandono delle aree rurali, l'intensificazione dell'agricoltura e, per le specie di alta quota, i cambiamenti climatici che modificano la composizione della vegetazione, alla quale i ropaloceri sono sensibili.
La Lista Rossa delle Libellule Italiane (2014)
Nel processo valutazione del rischio di estinzione sono state incluse tutte le specie di libellule native o possibilmente native in Italia. In tutti i casi è stata valutata l'intera popolazione nel suo areale italiano (Italia peninsulare, isole maggiori e, dove rilevante, isole minori).
Delle 93 specie di libellule valutate, una si è estinta in Italia in tempi recenti.
Le specie minacciate di estinzione sono un totale di 10, pari al 10.9% delle specie esistenti, mentre Il 72% circa delle specie di libellule italiane non è a rischio di estinzione imminente.
Complessivamente le popolazioni delle libellule italiane sono in declino: le popolazioni in contrazione numerica sono infatti in numero pari a cinque volte quelle in espansione.
Le principali minacce alle libellule italiane sono la perdita di habitat e l’inquinamento. Le specie minacciate, così come quelle le cui popolazioni sono in declino, si concentrano nelle zone umide naturali di acqua dolce.
La Lista Rossa dei Coleotteri Saproxilici Italiani (2014)
Per ciascuna specie trattata e stata in particolare considerata, ove possibile, la distribuzione geografica nell’intero territorio politicamente italiano (Italia continentale e peninsulare, isole maggiori e isole minori), insieme con il numero dei siti di presenza noti, entrambi parametri essenziali per la valutazione delle rispettive categorie di rischio.
Sono state inserite nella lista circa 2000 specie appartenenti a 65 diverse famiglie, tutte riferite ad una serie di categorie trofiche predefinite. Le specie in categorie di rischio sono in totale 418, corrispondenti al 21% delle 1986 specie valutate; solo due risultano, probabilmente, Estinte nella Regione (RE). Quasi il 60% delle specie di Coleotteri saproxilici non risulta al momento essere a rischio di estinzione.
Complessivamente le popolazioni dei coleotteri saproxilici italiani sono in evidente declino, più marcato nelle aree forestali e di macchia delle quote minori e degli ambienti umidi e ripariali. Le conoscenze sul rischio di estinzione e le tendenze demografiche sono peraltro ancora largamente carenti, spesso pressoché inesistenti, per la grande maggioranza delle specie considerate.
Una delle principali minacce per i coleotteri saproxilici italiani e comunque associata alla perdita e alla frammentazione degli habitat, alla semplificazione strutturale degli ecosistemi forestali, dovuta a una gestione fondata unicamente sullo sfruttamento commerciale del legno, e, non ultimo, all’inquinamento legato all’uso di pesticidi contro gli insetti che possono danneggiare gli alberi. Negli ambienti costieri la principale minaccia per i saproxilici e invece rappresentata dal turismo balneare di massa, che spesso comporta un’eccessiva “pulizia” delle spiagge con la completa rimozione di materiale ligneo (soprattutto i tronchi spiaggiati) e da un’eccedenza di infrastrutture e di espansione edilizia lungo la fascia litoranea.
Il numero di specie saproxiliche le cui popolazioni possono essere impoverite dal prelievo diretto (che coinvolge quasi esclusivamente poche entità di grandi dimensioni e di riconosciuto interesse collezionistico) è invece decisamente basso e tale minaccia può essere considerata quasi trascurabile.
La Lista Rossa dei Coralli Italiani (2014)
Tutte le specie di coralli, native o possibilmente native in Italia, sono state incluse nella valutazione. Per tutte le specie è stata valutata l’intera popolazione in un’area di interesse più ampia delle acque territoriali.
Delle 112 specie di antozoi valutate in questa ricerca 10 sono minacciate di estinzione. Considerando però che per quasi il 60% delle specie i dati disponibili non sono sufficienti a valutare il rischio di estinzione, e assumendo che tra queste la percentuale minacciata sia pari alla percentuale di specie minacciate tra quelle valutate, si stima che complessivamente il 14% degli antozoi italiani sia a rischio. Solo 32 specie non sono al momento considerate a rischio di estinzione.
Complessivamente le informazioni sulla tendenza delle popolazioni degli antozoi in Italia sono scarse, e per quasi il 70% delle specie questa informazione non è disponibile. Delle rimanenti specie, la maggior parte è stabile o in declino, mentre quasi nessuna è in crescita.
La principale minaccia ai coralli italiani, soprattutto per quanto riguarda le specie di profondità che popolano la piattaforma e la scarpata continentale, è la mortalità accidentale, dovuta all'utilizzo di attrezzi da pesca dannosi per le specie ancorate ai fondali marini (10 specie sono a rischio di estinzione per questa ragione). Per molti organismi questo fattore di minaccia interagisce con caratteristiche biologiche delle specie che le rendono intrinsecamente soggette a declini in presenza di minacce.
Per le specie superficiali, tuttavia, che si ritrovano nella zona di marea, nelle acque lagunari, nelle praterie di fanerogame o nell’ambiente coralligeno, è importante tenere in considerazione fattori di rischio legati ai cambiamenti climatici nonché fattori di impatto, quali sedimentazione, dragaggi, inquinamento, ancoraggi, turismo, connessi all’estesa urbanizzazione della costa.
La Lista Rossa della Flora Italiana (Policy species) (2013)
Sono state valutate specie riconducibili a due categorie:
-Policy Species (PS) taxa appartenenti agli allegati II, IV e V della Direttiva “Habitat” (92/43/CEE ) ed alla Convenzione di Berna;
- Non Policy Species (NPS) taxa non protetti a livello nazionale ed europeo ma considerati di interesse conservazionistico e comprendenti, oltre alle piante vascolari, anche briofite, funghi e licheni.
In totale sono state valutate 396 specie, così suddivise: 297 piante vascolari, 61 Briofite, 25 Licheni e 13 Funghi.
Le specie della flora italiana valutate, che rappresentano circa 1/5 di quelle italiane ritenute più vulnerabili, ha mostrato uno stato di conservazione non soddisfacente, in quanto circa il 65% della flora vascolare (PS-Policy Species) ricade in una categoria di minaccia, così come circa il 55% delle non vascolari. La percentuale delle sole PS minacciate è invece circa del 45% su base nazionale, così come accade a livello europeo.
Le differenze riscontrabili fra le piante e gli animali potrebbero far supporre che la Flora sia più minacciata della Fauna. In realtà nel primo caso sono state selezionate, preliminarmente, le specie già ritenute rare, minacciate, protette, endemiche o a rischio e su queste si proceduto con la valutazione.
Le principali minacce alla biodiversità vegetale in Italia sono rappresentate dall’urbanizzazione selvaggia (abusivismo edilizio), dallo sviluppo di infrastrutture, dall’allevamento intensivo e dal turismo. Problemi si manifestano anche nelle aree protette a causa dello sviluppo non oculato di infrastrutture e della mancanza di adeguati controlli.