Inventario delle zone umide (ISPRA-MATTM, 2011) (https://www.mase.gov.it/pagina/inventario-delle-zone-umide-ispra-mattm-2011)

Nel dicembre 2007 è stato avviato il progetto “Inventario delle zone umide” per partecipare al più ampio progetto di inventariazione di questi ambienti proposto da MedWet a livello mediterraneo (il Pan Mediterranean Wetland Inventory). Nell’ambito del progetto sono stati prodotti il Rapporto tecnico ISPRA 153/11 “Contributi per la tutela della biodiversità delle zone umide” e il relativo documento di sintesi, che riporta le indicazioni per la tutela tratte dal Rapporto.

Per la realizzazione dell’Inventario nazionale, nel maggio 2009 è stato istituito il Tavolo tecnico sulle zone umide, al quale hanno aderito 15 Regioni, 2 Province, 15 ARPA, 9 Autorità di Bacino, il Corpo Forestale dello Stato, 3 Parchi Nazionali, 9 Aree Protette Regionali, Federparchi - Coordinamento Parchi Fluviali, Agenzia Regionale Parchi Lazio, l’Istituto Superiore della Sanità, l’ENEA (Centri di Ricerca di Saluggia e Casaccia), il CRA - Unità di ricerca per le Produzioni Legnose fuori Foresta (PLF), il Centro di Ecologia Fluviale, ONG (WWF, Legambiente e LIPU), e al quale hanno contribuito ricercatori e professori delle Università di Parma, Urbino “Carlo Bo”, Roma “La Sapienza”, “Tor Vergata” e “Roma Tre”, Viterbo “La Tuscia” e L’Aquila.

Il progetto è stato coordinato da ISPRA, Dip. Difesa della Natura (Servizio NAT-APR), in collaborazione con la Direzione per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con l’ARPA Toscana, che è uno “Scientifical and Technical Team” di MedWet. L’attività svolta per la realizzazione dell’inventario ha permesso di raccogliere una cospicua quantità e varietà di dati sulla distribuzione, sui valori (biodiversità, servizi ecosistemici, attività produttive), sullo stato delle zone umide e sulle minacce a cui questi ambienti sono sottoposti. Sono stati inoltre raccolti casi di studio sulla gestione ed il monitoraggio ed analizzate le possibili integrazioni fra le diverse banche dati esistenti (Carta della Natura, Natura 2000, WISE) e fra gli strumenti di classificazione, monitoraggio, gestione e pianificazione previsti dalle Direttive europee (Habitat, Uccelli, Direttiva Quadro sulle Acque e sulla Strategia Marina).

Il quadro delineato ha permesso di definire delle indicazioni per la tutela della biodiversità legata agli ecosistemi acquatici e marino-costieri, sia all’interno che in aree limitrofe ad aree protette, a Siti Natura 2000 ed a Zone Ramsar, in linea con gli indirizzi della Strategia Nazionale ed Europea sulla Biodiversità. Tali indicazioni, contenute anche nel documento di sintesi allegato al Rapporto tecnico 153/11, sono state considerate dal Comitato Paritetico per la Biodiversità (istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a supporto delle attività della Conferenza Stato-Regioni in merito alla Strategia Nazionale Biodiversità con DM6/6/2011 G. U. n. 143 del 22 giugno 2011), quale indirizzo per la tutela della biodiversità delle zone umide.

 


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