Quaderni di Conservazione della Natura n. 8 - Piano d'azione nazionale per il Pollo sultano (Porphyrio porphyrio) (https://www.mase.gov.it/quaderni-di-conservazione-della-natura-n-8-piano-d-azione-nazionale-il-pollo-sultano)
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica "A. Ghigi".
Malgrado il Pollo sultano non sia considerato minacciato di estinzione a livello globale, la sottospecie presente in Italia (da alcuni Autori proposta come specie a sé stante) presenta una distribuzione circoscritta alle sole coste del Mediterraneo occidentale e uno stato di conservazione sfavorevole.
L’attuale situazione a livello europeo della specie è la conseguenza di una forte contrazione dell’areale ed un connesso calo numerico che si sono verificati tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. In Italia il Pollo sultano si è estinto dalle regioni peninsulari ed in Sicilia, mentre la popolazione presente in Sardegna è andata incontro ad un forte declino. Di recente le popolazioni sopravvissute hanno dato segni di ripresa ed hanno ricominciato ad espandere il proprio areale grazie alle misure di protezione volte a tutelare la specie e gli habitat.
Questo processo appare particolarmente ampio in Spagna, dove oggi vive l’85-90% della popolazione presente nell’Unione Europea, stimata complessivamente tra le 4.000 e le 5.000 coppie. Anche i contingenti nidificanti in Sardegna a partire dagli anni ’70 sono aumentati considerevolmente ed hanno ampliato il proprio areale fino ad occupare la maggior parte degli ambienti idonei presenti sull’isola, raggiungendo una consistenza valutata tra le 450 e le 600 coppie.
Malgrado ciò, permangono ancora alcuni fattori di rischio, rappresentati essenzialmente dal degrado e dalla distruzione degli ecosistemi palustri d’acqua dolce, che possono fermare o compromettere questo processo di ripresa. Anche la frammentazione degli habitat costituisce un fattore di rischio non trascurabile per la conservazione di popolazioni isolate e può ostacolare la ricolonizzazione di taluni ambiti geografici disgiunti dall’areale attualmente occupato. Per questa ragione la messa a punto di programmi di conservazione che prevedano il ripristino di zone umide e la reintroduzione della specie in aree di documentata presenza storica può rivestire considerevole importanza. Il presente piano d’azione si configura come un approfondimento a livello nazionale del piano d’azione europeo (Gil de Vergara e Ripoll, in stampa), recependo la raccomandazione n. 1.1.4 per le azioni di conservazione da attuare in Italia.