L’innovazione del sistema dell’educazione e dei modelli educativi è un processo urgente e necessario per far fronte alle sfide presenti e alle nuove che si stanno configurando per realizzare un futuro sostenibile. Oggi siamo, infatti, chiamati a gestire una realtà complessa e profondamente cambiata rispetto al passato, in cui è necessario essere capaci di vedere e comprendere le strette interconnessioni tra la sfera economica, sociale, ambientale, culturale ed umana e di sviluppare una visione sistemica della realtà.
La rinnovata Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile include l’educazione nel sistema dei cosiddetti “Vettori di sostenibilità (https://www.mase.gov.it/pagina/i-vettori-di-sostenibilita)”, definiti come ambiti di azione trasversali e leve fondamentali per avviare, guidare, gestire e monitorare l’integrazione della sostenibilità nelle politiche, nei piani e nei progetti nazionali e territoriali.
Nello specifico, le politiche di educazione per lo sviluppo sostenibile rientrano nel Vettore “Cultura per la sostenibilità” in cui sono proposte specifiche traiettorie di lavoro che intercettano i fabbisogni educativi emersi nel processo di attuazione della Strategia del 2017 e durante le consultazioni con i territori (Regioni, Province Autonome Città metropolitane) e le altre amministrazioni centrali.
Il Vettore 2 “Cultura per la sostenibilità”, prevede due ambiti di azione: Educazione e Formazione e Informazione e Comunicazione e ha lo scopo di promuovere la cultura come fattore abilitante dello sviluppo umano e sostenibile. Il Programma d’Azione Nazionale per la Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo Sostenibile (PAN PCSD), costituisce parte integrante del Vettore, definendo azioni e percorsi formativi e trasformativi rivolti alle istituzioni e alla società civile.
Inoltre, le traiettorie individuate nel Vettore si allineano al quadro di competenze del Green Comp (https://joint-research-centre.ec.europa.eu/greencomp-european-sustainability-competence-framework_en) europeo e mettono in risalto la relazione fra globale e locale che è alla base di un approccio alla sostenibilità fondato sulla sfera valoriale prima che su quella cognitiva, in cui i contesti e i territori diventano parte attiva dei processi di costruzione di una cultura della sostenibilità.
Il mandato normativo dell’art 34 del Dlgs 152/2006 ss.mm.ii, che è alla base del percorso di territorializzazione della SNSvS, supporta e ispira appieno questa visione, rimandando alla possibilità di costruzione di una rete multilivello di attivatori per la diffusione e la promozione della cultura per la sostenibilità.
La dimensione territoriale dell’educazione implica infatti da un lato l’importanza delle reti locali e delle realtà regionali e dall’altra il fondamentale ruolo delle Amministrazioni centrali nell’indicare i princìpi guida e le priorità tematiche globali da declinare nei contesti in cui si agisce.
Nell’ambito del processo di attuazione degli Accordi di collaborazione stipulati dal Ministero dell’Ambiente con le Regioni, le Province autonome e le Città metropolitane per la realizzazione delle Strategie regionali e le Agende per lo sviluppo sostenibile, è emerso che l’educazione per lo sviluppo sostenibile (ESS) è uno dei temi centrali nella programmazione delle attività progettuali, come riportato anche nel Rapporto 2021 sulla territorializzazione delle attività di Educazione alla Sostenibilità (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/sviluppo_sostenibile/rapporto_vettore_educazione_luglio_2021.pdf). Il meccanismo di finanziamento ha permesso un rilancio e rafforzamento di molte realtà territoriali (es. Rete dei centri di educazione ambientale e per lo sviluppo sostenibile/CEAS), e ha dato nuova vitalità ad una collaborazione multilivello sulle politiche educative, anche attraverso la creazione di strumenti di dialogo e condivisione come i Forum territoriali per lo sviluppo sostenibile.
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