Attività nazionali
In questa sezione sono segnalati i documenti e le attività promosse a livello nazionale per l’attuazione del regolamento Reach. Il Ministero dell’Ambiente ha avviato nel 2018 un’attività di collaborazione con l’Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA) del CNR, per l’individuazione di un approccio metodologico per valutare gli effetti combinati delle miscele di sostanze chimiche sugli ecosistemi. Nell’ambito dell’accordo è stata effettuata un’accurata analisi della letteratura scientifica disponibile in ambito europeo e internazionale sul tema della valutazione degli effetti combinati delle miscele di sostanze e sulla base di tale analisi è stato individuato un modello da utilizzare per la valutazione e gestione del rischio ambientale delle miscele. Il modello individuato è stato applicato a diversi casi di studio, relativi a specifiche aree del territorio italiano. Nelle miscele considerate sono state evidenziate le sostanze che contribuiscono maggiormente alla tossicità complessiva di ciascuna miscela. Dallo studio emerge che nella maggior parte dei casi la tossicità della miscela è determinata da una o pochissime sostanze. Pertanto, riducendo la presenza di tali sostanze, si potrebbe ridurre notevolmente il rischio della miscela nel suo complesso. Sintesi dello studio
Presentazione: le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) più studiate e utilizzate nei differenti comparti industriali sono l’acido perfluorottanoico e l’acido perfluoroottansolfonico e i loro rispettivi sali. Le sostanze PFAS a catena lunga sono quelle che destano maggiori preoccupazioni sotto il profilo ambientale e sanitario, a causa della loro persistenza nell’ambiente, spesso associata a un’elevata capacità di bioaccumulo e tossicità. Lo studio effettuato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” ha avuto come obiettivo principale l’individuazione di potenziali sostituti delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) con sostanze di minore impatto ambientale e sanitario mediante l’analisi dei dati presenti nella letteratura scientifica e l’applicazione di modelli predittivi in silico. Sulla base delle informazioni raccolte e delle simulazioni effettuate è stato definito un elenco preliminare di sostanze che possono sostituire i PFAS a catena lunga ed è stata elaborata una graduatoria delle stesse sulla base delle loro proprietà di pericolo ambientale e sanitario. In particolare, sono state individuate 20 sostanze alternative ai PFAS: l’uso di metodi predittivi ha permesso, attraverso un’attività di screening, di individuare tra le sostanze alternative quelle che presentano un migliore profilo ambientale e tossicologico. Sulla base dei risultati dello studio, promosso dal Ministero (DVA), vengono forniti orientamenti pratici ai settori industriali maggiormente coinvolti nei processi di sostituzione dei PFAS, allo scopo di orientarne le attività di ricerca e sviluppo.
Lo studio è stato finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
Nel corso del progetto sono state prese in considerazione diverse miscele vetrificabili in sostituzione dei composti dell’arsenico e sono state effettuate le sperimentazioni a scala pilota e industriale del loro utilizzo. Tali sperimentazioni hanno portato a individuare l’ossido di cerio e la loppa d’altoforno quali possibili candidate a sostituire i composti dell’arsenico nella produzione del vetro di Murano. Ossido di cerio:è usato nell’industria del vetro poiché per le sue caratteristiche risulta un efficace decolorante e affinante del vetro. Loppa d’altoforno (o scoria d’altoforno): èun sottoprodotto del processo di produzione della ghisa costituito da diversi minerali quali silicio, alluminio, calcio e magnesioViene già usato nelle vetrerie industriali.
Presentazione: I composti perfluoroalchilici (PFAS) nelle acque italiane: distribuzione e rischi L’Istituto per la ricerca sulle acque (IRSA) del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha condotto un progetto di ricerca biennale finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare volto a valutare il rischio ambientale e sanitario derivante dalla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani. I risultati del progetto sono stati esposti nell’ambito di un convegno organizzato il 22 ottobre 2013 presso l’Area della ricerca del CNR di Milano. Il progetto ha rappresentato il primo studio completo sulla distribuzione e le sorgenti nei principali bacini idrici italiani, dei composti perfluoroalchilici, sostanze chimiche di sintesi le cui particolari caratteristiche fisico-chimiche - repellenza all’acqua e ai grassi, stabilità termica e tensioattività - le rendono estremamente utili in numerose applicazioni industriali e prodotti di largo consumo, ad esempio nella lavorazione di tessuti, tappeti, carta, contenitori per alimenti e molto altro ancora. Obiettivo dell’indagine è stato misurare le concentrazioni di tali composti nei principali bacini fluviali italiani, identificarne le sorgenti e valutarne i rischi per l’ambiente e la salute umana. Le campagne di monitoraggio sono state condotte sui principali bacini idrici italiani - Po, Tevere, Adige, Arno - e in aree di transizione (delta del Po e laguna di Venezia), individuando alcune aree critiche per la presenza di scarichi di impianti per la produzione di fluoroderivati. Nell’ambito del progetto sono state condotte una serie di sperimentazioni atte a verificare i possibili effetti ecotossicologici ed ecologici sull’ecosistema acquatico. L’attività sperimentale è stata svolta sia 'sul campo', cioè nel sito industriale sul fiume Bormida, sia in laboratorio, valutando l’esposizione a determinati composti perfluorurati, PFOA, PFOS e PFBS del Chironomus riparius, un organismo ampiamente presente in zona e dotato di caratteristiche di elevata tollerabilità agli inquinanti. Sintesi del progetto
Il progetto PREVIENI è un progetto triennale (2008-2011) finanziato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione dell’Università di Siena (Dipartimento di Scienze Ambientali) e Ospedale S.Andrea, Dipartimento di Scienze Ginecologiche, Perinatologia e Puericultura e Università degli Studi di Roma La Sapienza, II Facoltà di Medicina e Chirurgia. Si tratta di una ricerca su alcuni contaminanti riconosciuti come in grado di alterare gli equilibri ormonali. In particolare PREVIENI ha dato priorità a quegli IE di cui è nota la diffusa esposizione, anche per il loro uso in numerosi prodotti di consumo. PREVIENI ha dato particolare - anche se non esclusiva - attenzione a: - perfluorottano sulfonato e acido perfluoroottanoico (PFOS e PFOA) Lo studio si è articolato in tre programmi di ricerca: A. Studio su popolazioni animali sentinella in due oasi del WWF Sintesi del progetto
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Leroy Merlin S.r.l. hanno stipulato un accordo volontario per la promozione e l’attuazione di strategie di comunicazione e formazione al fine di accrescere la conoscenza sulle sostanze chimiche e sui prodotti chimici di uso quotidiano, per indurre i cittadini a comportamenti orientati alla prevenzione e alla salvaguardia della salute umana e dell’ambiente.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali) e Federsanità-ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per sviluppare attività di informazione di comune interesse. Tali attività di informazione sono rivolte, in particolare: -a favorire la conoscenza e la prevenzione dei rischi sanitari e ambientali associati all’uso delle sostanze chimiche, secondo le indicazioni previste dalla regolamentazione europea (“regolamenti REACH e CLP”); L’accordo di collaborazione ha lo scopo di sensibilizzare e informare la popolazione e le parti interessate, affinché i cittadini riconoscano la vicinanza delle amministrazioni quali organi di tutela e protezione della salute umana e dell’ambiente. |