Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha firmato oggi il decreto ministeriale per assegnare alla regione Toscana nuove competenze sul disinquinamento del Sito di interesse nazionale (Sin) di Massa-Carrara, che avrà così una diversa perimetrazione. Il ministro ha inoltre firmato anche il decreto con cui si avvia il risanamento di un’area contaminata dove sono in corso i lavori per la statale 195 Sulcitana in Sardegna.
Massa e Carrara
Il Sin di Massa-Carrara è un’area fra le più contaminate che oggi conta, fra gli altri, anche gli impianti della Syndial (Eni), della Solvay, l’ex Farmoplant e l’ex Ferroleghe, ma anche zone non contaminate e alcuni tratti di mare a ridosso della costa.
“Il nuovo perimetro – commenta il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando – ha due finalità. Con la competenza assegnata alla Regione, si avvicina ai bisogni dei cittadini il processo di risanamento ai cittadini restituendo alla città alcune aree non inquinate in cui erano bloccate attività e investimenti. Nello stesso tempo consente anche di rendere più veloci e più semplici le procedure di bonifica”.
In particolare, resteranno di competenza nazionale i risanamenti delle aree dei quattro stabilimenti, cioè gli impianti Syndial, la Bario e derivati della Solvay, l’ex Farmoplant e il Consorzio investimenti produttivi sito nell’ex stabilimento Ferroleghe. Di competenza regionale le altre aree e anche i tratti di mare non contaminati.
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Sardegna
Nella zona del Sulcis Iglesiente Guspinese, il decreto del ministro Orlando ha dato il via libera al piano di risanamento definito “Progetto unico di bonifica” sui lavori dell’Anas per la statale 195 Sulcitana.
Poiché in alcuni tratti è stata individuata una contaminazione da arsenico e idrocarburi, il decreto autorizza in via provvisoria l’avvio dei lavori del progetto unico di bonifica sui lavori di costruzione della statale. Il provvedimento prevede che i terreni rimossi siano stoccati e trattati in modo rigoroso, in particolare quelli inquinati saranno considerati rifiuti. La terra rimossa potrà essere riutilizzata solamente se non risulterà contaminata. Al termine delle operazioni di rimozione dei terreni contaminati saranno effettuate nuove analisi. Il decreto specifica inoltre quale procedura seguire se emergessero altre contaminazioni impreviste o se la quantità di terre inquinate risultasse più rilevante di quanto stimato. L’Anas dovrà versare una fideiussione di 450mila euro, pari a metà del costo previsto per l’operazione.
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